
Discariche illegali, Italia deve pagare 56 mln di multa
L’Italia deve pagare 56 milioni di euro per non aver rispettato la sentenza della Corte di Giustizia del 2007 sulla bonifica di oltre 250 discariche illegali di rifiuti, presenti in quasi tutte le Regioni. Attualmente sono 255, 16 delle quali contengono rifiuti pericolosi; entro fine 2012 solo 31 discariche saranno bonificate. Le misure in vigore non risolvono il problema a lungo termine e la Commissione UE ci impone di bonificarle urgentemente e di pagare una multa forfettaria di 56 milioni di euro: 28089,60 euro per giorno tra le 2 sentenze della Corte, e 256819,20 euro per ogni giorno successivo alla seconda sentenza fino alla regolarizzazione dell’infrazione.
Attualmente 255 discariche, di cui 16 contengono rifiuti pericolosi, devono ancora essere bonificate. Nonostante gli impegni assunti dalle autorità italiane nel 2007, solo 31 discariche problematiche saranno bonificate entro la fine del 2012. Soltanto per 132 discariche è stato programmato un calendario completo per l’ultimazione dei lavori. Inoltre, la Commissione non dispone di informazioni da cui risulti che l’Italia abbia istituito un sistema di controllo adeguato per evitare l’apertura di nuove discariche illegali.
A seguito della precedente sentenza della Corte la Commissione ha inviato all’Italia prima una lettera di costituzione in mora (febbraio 2008), poi un parere motivato (giugno 2009); a giugno 2011 la Commissione ha chiesto all’Italia di presentare un calendario credibile per la regolarizzazione di tutti i siti in questione entro un lasso di tempo ragionevole. Ma i problemi persistono e la sentenza della Corte del 2007 non è stata rispettata. Quando uno Stato membro non dà piena esecuzione ad una sentenza della Corte di giustizia dell’UE, la Commissione ha il potere, dopo l’emanazione di due avvertimenti, di deferire lo Stato membro alla Corte una seconda volta e di chiedere che vengano inflitte delle ammende.
La direttiva 99/31/CE sulle discariche di rifiuti costituisce uno strumento essenziale per prevenire o ridurre, nel limite del possibile, gli effetti negativi derivati dalle discariche sull’ambiente (e sulla salute umana) nel corso dell’intero ciclo di vita delle stesse. Secondo la direttiva le discariche devono rispettare determinate condizioni per poter rimanere in funzione. La maggior parte degli Stati membri sta progressivamente abbandonando la pratica della messa in discarica e 6 stanno per eliminarle definitivamente. La piena attuazione della normativa UE sui rifiuti consentirebbe di risparmiare 72 miliardi di euro l’anno, di aumentare il fatturato annuo dell’UE di 42 miliardi di euro nel settore della gestione e del riciclaggio dei rifiuti e di creare oltre 400.000 posti di lavoro entro il 2020.
L’Italia occupa un modesto 20° posto su 27 Stati membri per quanto riguarda la gestione dei rifiuti. Le carenze includono una politica di prevenzione dei rifiuti scarsa o inesistente, l’assenza di incentivi destinati ad evitare la messa in discarica e, di conseguenza, uno scarso sfruttamento del riciclaggio e riutilizzo dei rifiuti e l’inadeguatezza delle infrastrutture. La messa in discarica in Italia è stimata a 51% nel caso dei rifiuti urbani (rispetto alla media UE del 38%), e il riciclo dei rifiuti urbani solo a 21% (rispetto alla media UE del 25%).
Immediato il commento di Legambiente. “La maxi multa di 56 milioni di euro inflitta all’Italia e il suo deferimento di fronte alla Corte di Giustizia, per l’attività e la mancata bonifica di centinaia di discariche non a norma presenti sul territorio, era del tutto prevedibile. Era impossibile che l’Unione Europea optasse per un condono nei confronti del nostro Paese – commenta Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente – Ora si dovranno spendere i soldi dei cittadini per pagare una multa salatissima, invece di investirli nella diffusione del porta a porta in tutte le città italiane e nella costruzione di altri impianti di riciclaggio. Sono anni – aggiunge Ciafani – che contestiamo l’assenza di una politica nazionale per ridurre lo smaltimento in discarica, che purtroppo rimane ancora oggi nel nostro Paese la principale opzione di gestione dei rifiuti. Abbiamo sempre sostenuto che la fondamentale leva da muovere sia quella economica. Da qui la richiesta di modificare la vecchia legge del ’95, che ha istituito l’ecotassa e che ancora oggi arriva a un tetto massimo di soli 25 euro a tonnellata. Solo togliendo quel tetto massimo avremmo potuto tartassare lo smaltimento in discarica. Il Parlamento in questo ultimo scorcio di legislatura approvi subito una legge che modifichi quella del 1995 ”.

Con la fame di soldi che abbiamo per risanare i disastri berlusconiani a questo punto il Governo Tecnico siamo certi che prenderà immediatamente i provvedimenti che servono…o no?