TopNews. Disinformazione online, esperti Ue: migliorare trasparenza piattaforme
Più di otto europei su dieci ritengono che le notizie false e la disinformazione rappresentino un pericolo per la democrazia. E dagli esperti di alto livello convocati dalla Commissione europea arriva l’invito a una maggiore trasparenza delle piattaforme online, insieme alla promozione dell’alfabetizzazione mediatica. I contributi diffusi oggi – la relazione del gruppo di esperti, i risultati della consultazione pubblica e del sondaggio Eurobarometro – confluiranno nella preparazione della comunicazione sulla lotta alla disinformazione online che la Commissione europea pubblicherà in primavera.
Oggi il gruppo di esperti di alto livello sulla disinformazione online e sulle notizie false ha consegnato alla Commissaria per l’Economia e la società digitali Mariya Gabriel una relazione nella quale suggerisce la definizione del fenomeno e formula una serie di raccomandazioni, promuove la redazione di un codice di principi per le piattaforme online e raccomanda un approccio di autoregolamentazione. Sostiene la Commissaria Gabriel: “Con tutti i pareri raccolti e le ampie competenze collettive abbiamo ora a disposizione una grande quantità di materiale che ci aiuterà a formulare una serie di alternative concrete per affrontare meglio i rischi posti dalla diffusione della disinformazione online.”
La relazione del gruppo di esperti ad alto livello si concentra in particolare sui problemi legati alla disinformazione online, piuttosto che alle notizie false. Gli esperti hanno volutamente evitato di usare il termine “fake news” “ritenendolo inadeguato – spiega una nota di Bruxelles – a rendere la complessità del problema della disinformazione, che riguarda anche la mescolanza di fatti reali e informazioni inventate”. La definizione data di disinformazione è quella di “informazione falsa, imprecisa o fuorviante concepita, presentata e diffusa a scopo di lucro o con l’intenzione di arrecare un pregiudizio pubblico.”
Il gruppo di esperti, prosegue una nota di sintesi di Bruxelles, “raccomanda di promuovere l’alfabetizzazione mediatica per contrastare la disinformazione, sviluppare strumenti che permettano agli utenti e ai giornalisti di combattere la disinformazione, difendere la diversità e la sostenibilità dei mezzi di informazione europei e portare avanti la ricerca sugli effetti della disinformazione in Europa”. Per il gruppo di esperti, va promosso un codice di principi che piattaforme online e social network dovrebbero impegnarsi a rispettare. Le piattaforme online dovrebbero garantire la trasparenza spiegando come funzionano gli algoritmi che selezionano le notizie da presentare. “In cooperazione con alcuni organi d’informazione europei – si legge ancora nella nota della Commissione – le piattaforme online sono anche invitate ad adottare misure efficaci per migliorare la visibilità delle notizie affidabili e attendibili e facilitarne l’accesso per gli utenti”.
Un sondaggio Eurobarometro sul tema, con interviste a circa 26 mila cittadini, evidenzia che gli europei sentono una forte presenza di notizie false nell’UE e l’83 % degli intervistati ritiene che questo fenomeno rappresenti un pericolo per la democrazia. I partecipanti al sondaggio ritengono che le fonti di informazione più affidabili siano i mezzi di comunicazione tradizionali (radio 70 %, TV 66 %, stampa 63 %), mentre ci si fida di meno delle fonti di notizie online e dei siti web che pubblicano video, con un tasso di fiducia rispettivamente del 26 % e del 27 %.
Notizia pubblicata il 12/03/2018 ore 16.06

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- Giornalista professionista. Direttrice di Help Consumatori. Romana. Sono arrivata a Help Consumatori nel 2006 e da allora mi occupo soprattutto di consumi e consumatori, società e ambiente, bambini e infanzia, salute e privacy. Mi appassionano soprattutto i diritti, il sociale e tutti quei temi che spesso finiscono a fondo pagina. Alla ricerca di una strada personale nel magico mondo del giornalismo ho collaborato come freelance con Reset DOC, La Nuova Ecologia, Il Riformista, IMGPress. Sono laureata con lode in Scienze della Comunicazione alla Sapienza con una tesi sul confronto di quattro quotidiani italiani durante la guerra del Kosovo e ho proseguito gli studi con un master su Immigrati e Rifugiati. Le cause perse sono il mio forte. Hobby: narrativa contemporanea, cinema, passeggiate al mare.
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