Ecosistema urbano, Legambiente: nelle città sempre le stesse emergenze, dallo smog ai trasporti (Foto Pixabay)

In 30 anni le emergenze nelle città d’Italia rimangono più o meno le stesse. Sono lo smog, i trasporti, lo spreco d’acqua, la percentuale di auto circolanti. In 30 anni “a rallentare la crescita sostenibile delle città sono stati interventi troppo a comportamenti stagni che non hanno permesso quella accelerata che serviva alle aree urbane, in cui oggi si concentra una sfida cruciale”. Così Legambiente che presenta oggi Ecosistema Urbano 2023, il report realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ORE, sulle performance ambientali di 105 Comuni capoluogo.

Ecosistema Urbano, al primo posto Trento

C’è anche la classifica 2023 delle città con migliori e peggiori performance ambientali. Trento si piazza al primo posto e guida la graduatoria per performance ambientali, seguita da Mantova e Pordenone. Seguono Treviso, Reggio Emilia e La Spezia. Al settimo posto c’è Cosenza, prima città del Sud, alle sue spalle Cagliari 16ª e Oristano 22ª.

Roma è solo 89esima, fanalino di coda per Caltanissetta (103ª), Catania e Palermo (entrambe 105ª). Ci sono oscillazioni in negativo per Milano al 42esimo posto (la scorsa edizione era scesa al 38esimo posto), per Firenze che slitta al 53esima posto e Genova al 58esimo posto.

Dalla classifica emerge l’affanno delle metropoli. Anche nel 2023, spiega Legambiente, i grandi centri urbani faticano a rispondere alle emergenze urbane: smog, traffico, difficoltà nel trasporto pubblico urbano, rifiuti, dispersione di acqua potabile, consumo di suolo, scarsa diffusione del solare termico e fotovoltaico, diffusione della ciclabilità sono fra le voci che penalizzano di volta in volta le grandi città italiane.

 

 

Ecosistema urbano, città sostenibili sono un traguardo lontano

In 30 anni, prosegue ancora Legambiente, ci sono stati “lenti e progressivi miglioramenti” come l’aumento della percentuale di raccolta differenziata (dal 4,4% in media del ‘94 al 62,7% nel 2022 ma solo in alcuni capoluoghi) e delle piste ciclabili. Ma non sono mancati “stalli e ritardi”.

Non c’è stato alcun miglioramento per il tasso medio di motorizzazione dei comuni capoluogo italiani che si conferma, come trent’anni fa, a livelli tra i più alti d’Europa: ci sono 66,6 auto ogni 100 abitanti.

È cresciuta la produzione complessiva di rifiuti che è passata da una media pro capite di 455 kg/anno del ‘94 a 516 kg/anno nel 2022. Il trasporto pubblico è ancora lontano dalle medie europee ed è passato da 97 viaggi pro capite all’anno nel ’95 ai 65 viaggi pro capire all’anno nel 2022.

“La sfida per città più sostenibili e vivibili – conclude Legambiente – è un traguardo ancora lontano, nonostante sui territori ci siano realtà e buone pratiche che vanno nella giusta direzione”.

Rivoluzione urbana, come fare?

«Le città – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – vanno ripensate come motori di un cambiamento capace di renderle vivibili e a misura umana, nonché laboratori fondamentali per il percorso di decarbonizzazione. Occorre infrastrutturarle, realizzando gli impianti industriali dell’economia circolare, riducendo le perdite nella rete di distribuzione dell’acqua, completando la rete di fognatura e depurazione delle acque reflue, facilitando la permeabilità del tessuto urbano alle acque piovane per adattarsi alla crisi climatica e ricaricare le falde, diffondendo le colonnine di ricarica elettrica negli spazi pubblici. Nei prossimi anni l’Italia dovrà moltiplicare i cantieri della transizione ecologica in tutte le città del nostro Paese, tema al centro del XII° congresso nazionale di Legambiente che si terrà a Roma dal 1 al 3 dicembre 2023 e della nostra campagna itinerante in corso. Siamo in grado di farlo, ma serve quella volontà politica, a livello nazionale e locale, che è mancata finora e che anno dopo anno diventa sempre più urgente».

Per accelerare la rivoluzione urbana, in grado di affrontare anche la crisi climatica in atto, per Legambiente è fondamentale che si definisca una strategia urbana nazionale e una cabina di regia che includa Governo, sindaci e comunità locali; che si mettano in campo interventi lungimiranti e innovativi non più rimandabili, prevedendo risorse adeguate e non tagli; che si replichino le buone pratiche già presenti sui territori.


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