
Etichette alimentari, nuovo claim bocciato: genera confusione
La commissione Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare del Parlamento europeo chiede di abolire il claim nutrizionale “X% (nome della sostanza) in meno” perchè crea confusione nei consumatori.
Passa infatti in commissione Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare al Parlamento europeo la proposta di risoluzione che chiede all’Ue di abolire l’indicazione nutrizionale “ora contiene il X% di [nome della sostanza nutritiva] in meno” sulle nuove etichette alimentari all’interno della revisione del Regolamento Ue 1924/2006 sulle indicazioni nutrizionali. Adesso la risoluzione verrà votata in sessione plenaria a febbraio a Strasburgo.
“Ora contiene il X% di [nome della sostanza nutritiva] in meno”. La proposta della Commissione europea vuole premiare quelle aziende produttrici che si impegnano attivamente nella riduzione della percentuale di sostanze che, se vengono assunte in quantità eccessiva, possono diventare dannose per la salute, come grassi, grassi saturi, sale, zuccheri, oppure ipercaloriche. Nella proposta originale, questa indicazione può essere utilizzata quando la quantità di una sostanza nutritiva in un prodotto è stata ridotta del 15 per cento rispetto alla precedente composizione del prodotto stesso.
Le indicazioni oggi. Il Regolamento Ue 1924/2006 contiene un elenco di indicazioni autorizzate tra cui: “[nome del nutriente] ridotto” (quando la riduzione del contenuto è pari ad almeno il 30 per cento rispetto ad una gamma di prodotti simili), “calorie ridotte” o “light” (sono richiesti requisiti simili a quelli della prima indicazione), “basso contenuto [calorie, grassi, zuccheri, sale].
La nuova indicazione può indurre il consumatore in errore. Secondo gli eurodeputati, il nuovo claim (indicazione nutrizionale, ndr) proposto dalla Commissione europea, può indurre in errore il consumatore e generare confusione con le precedenti indicazioni. “L’impiego delle indicazioni nutrizionali e sulla salute non deve essere falso, ambiguo o fuorviante”, si legge nella risoluzione votata dalla commissione Ambiente.
Ecco le principali obiezioni a questo nuovo claim: Primo, una riduzione di solo il 15 per cento è troppo bassa soprattutto per quei prodotti altamente calorici o con elevati valori di sali, zucchero o grassi. Secondo, troppe indicazioni in etichetta sulle stesse cose generano confusione nel consumatore. Terzo, indicare la diminuzione in percentuale può indurre il consumatore a pensare che il prodotto contenga una bassa concentrazione di sostanze come sopra. Quarto, non viene considerata la possibilità di comparare un prodotto, sempre in termini delle sostanze indicate sopra, con prodotti dello stesso tipo ma solo con la precedente composizione dello stesso prodotto.
“La lotta all’obesità richiede prodotto più sani a disposizione dei consumatori”. Monique Goyens, Direttrice generale dell’ European Consumers’ Organisation (BEUC), ha dichiarato che “mentre appoggiamo pienamente gli sforzi dell’industria per ridurre il livello di grassi, sale e zuccheri nei loro prodotti, crediamo che dando il via libera a questo claim faremmo un passo indietro e nella direzione sbagliata”. Secondo la Beuc, questo “permetterebbe all’industria di promuovere perfino cambiamenti inferiori e potrebbe indurre in errore i consumatori innocenti facendo loro credere che un prodotto è veramente diventato più sano anche quando non è questo il caso.
Il Parlamento europeo voterà la risoluzione a febbraio. A pronunciarsi adesso sarà il parlamento riunito in plenaria, dove sarà richiesta la maggioranza qualificata per approvare la posizione appoggiata dalla commissione Ambiente. La procedura è quella detta di “comitatologia”, ovvero di parere esperto da parte dell’Aula sulla modifica al Regolamento Ue 1924/2006 sulle indicazioni nutrizionali.
di Alessio Pisanò

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