Eurobarometro: solo il 37% dei cittadini pensa che la propria voce conti in Europa
Sei europei su dieci sono convinti che far parte dell’Unione europea abbia fatto bene al proprio paese, ma in Italia questa percentuale crolla al 38%, all’ultimo posto della classifica. Sette europei su dieci ritengono che le cose che uniscono i cittadini Ue siano più importanti di quelle che li dividono, ma in Italia questa percentuale si ferma al 60% ed è in forte calo rispetto all’anno precedente. La visione per il futuro? Niente affatto buona, se oltre la metà degli intervistati pensa che le cose in Europa stiano andando nella direzione sbagliata.
Molto a luci e ombre i risultati dell’ultimo sondaggio Eurobarometro del Parlamento europeo. Solo un italiano su cinque pensa di poter far sentire la propria voce in Europa; il 68% degli italiani pensa che le cose stiano andando nella direzione sbagliata nel proprio paese e il 56% in Europa. A livello di Ue, il 71% degli intervistati è convinto che le cose che uniscono i cittadini europei siano più importanti di quelle che li dividono (in Italia siamo al 60%, dieci punti in meno rispetto al 2015), e il 53% che essere membri dell’Ue sia una cosa positiva per il proprio paese (a esserne convinto in Italia un cittadino su tre).
In generale, a livello di Ue, quello che emerge è che gli indicatori riguardanti il sostegno dei cittadini al progetto europeo restano pressoché invariati dal 2009 a oggi. Nel 2016 ancora sei europei su dieci restano convinti che far parte dell’Ue abbia portato benefici al proprio paese, mentre è il 38% degli intervistati italiani a pensarla in questo modo, con l’Italia ultima in classifica.
I valori fondamentali dell’identità europea? La metà degli intervistati cita la democrazia e la libertà, mentre solo il 33% indica l’Euro (nel 2015 era il 39%). Per quasi la metà degli intervistati a livello Ue (il 46%) avere un sistema di welfare armonizzato per tutti gli Stati membri contribuirebbe a rafforzare il sentimento di cittadinanza europea. Uno dei dati che emerge dal sondaggio è di certo la necessità che i cittadini possano fare sentire di più la propria voce: il 37% degli intervistati pensa che la propria voce conti in Europa, dato analogo al 2015, mentre il 53% ritiene di essere ascoltato in merito alle decisioni nel proprio paese (nel 2015 era il 63%). In Italia solo il 20% dei cittadini pensa che la propria opinione conti per quel che riguarda le decisioni a livello europeo e il 25% è convinto di essere ascoltato a livello italiano.
Il sondaggio restituisce anche un evidente pessimismo per il futuro. I cittadini europei hanno una visione non positiva, con la maggioranza degli intervistati che pensa che le cose stiano andando nella direzione sbagliata sia in Europa (54%, +13% rispetto al 2015) che nel proprio paese (58%, +14% rispetto al 2015).

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