Facile.it: spread, una preoccupazione per il 44% degli italiani
Oltre il 44% degli italiani è spaventato dello spread e teme che il suo aumento possa incidere negativamente sulle finanze personali e familiari. Più nella fascia d’età 35-54 anni, più al Sud e nelle Isole che nel resto d’Italia. Ma il 3,3% degli italiani – e una percentuale più che doppia fra i giovani – non sa cosa sia il differenziale di rendimento fra titoli di Stato italiani e tedeschi. Questi i risultati di un’indagine fatta da Facile.it e Mutui.it, attraverso l’istituto di ricerca mUp Research, su un campione rappresentativo della popolazione adulta.
La domanda posta è questa: “Lei ha paura che lo spread possa incidere negativamente sulle sue finanze personali o su quelle della sua famiglia?” Ebbene, il 44,4% degli italiani (pari a oltre 19 milioni di individui) dichiara di essere preoccupato e di temere che l’andamento dello spread si ripercuota negativamente sulla propria economia familiare. Il 24,5% risponde di non essere preoccupato, mentre un buon 27,8% risponde “non saprei”.
Ad essere più preoccupati dalle possibili conseguenze dell’andamento dello spread sono i residenti nel Sud e nelle Isole (48,2%), seguiti da chi vive nel Nord Ovest (45,6%), mentre se si suddivide il campione per fasce d’età, i timori maggiori si registrano nella fascia 35-54 anni (47,3%), “dato assolutamente comprensibile – dicono i promotori dell’indagine – visto che è in questo periodo della vita che, soprattutto, si è responsabili delle economie familiari”. Il significato dello spread non è però comprensibile a tutti: il 3,3% degli italiani non sa cosa sia, ma la percentuale sale al 7,3% fra i giovani dai 18 ai 34 anni.
“Se chi ha già un mutuo può stare tranquillo – spiega Ivano Cresto, Responsabile mutui di Facile.it – chi si trova a chiederlo oggi ha davanti a sé una situazione molto differente. Sebbene la correlazione tra spread Btp-Bund e mutui non sia immediata e diretta, nel medio e lungo periodo un valore elevato del differenziale spinge verso l’alto lo spread – questa volta bancario – applicato dagli istituti di credito ai nuovi finanziamenti, aumentando il costo per il cliente. Il primo impatto si è iniziato a sentire ad ottobre, quando i tassi finali offerti da un buon numero di banche sono aumentati fra lo 0,10% e lo 0,30%. Tale aumento, sebbene lasci ancora tassi molto competitivi, su un piano di restituzione ventennale o magari ancora più lungo, si traduce in una differenza di migliaia di euro di interessi da pagare. Molti lo hanno già visto e questo spiega la loro preoccupazione”.

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- Giornalista professionista. Direttrice di Help Consumatori. Romana. Sono arrivata a Help Consumatori nel 2006 e da allora mi occupo soprattutto di consumi e consumatori, società e ambiente, bambini e infanzia, salute e privacy. Mi appassionano soprattutto i diritti, il sociale e tutti quei temi che spesso finiscono a fondo pagina. Alla ricerca di una strada personale nel magico mondo del giornalismo ho collaborato come freelance con Reset DOC, La Nuova Ecologia, Il Riformista, IMGPress. Sono laureata con lode in Scienze della Comunicazione alla Sapienza con una tesi sul confronto di quattro quotidiani italiani durante la guerra del Kosovo e ho proseguito gli studi con un master su Immigrati e Rifugiati. Le cause perse sono il mio forte. Hobby: narrativa contemporanea, cinema, passeggiate al mare.
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