
Giornata contro precarietà, Cgia Mestre: ecco identikit del precario
Oggi è la giornata nazionale contro la precarietà: protagonisti i giovani, traditi dalle false promesse di una riforma del lavoro che ancora non arriva. Presidi e cortei in tutta Italia. A Roma il presidio della Cgil dalle 17 al Pantheon. Il sindacato accusa il governo di aver strumentalizzato i giovani per ridurre ulteriormente i diritti di tutti. Ma qual è l’identikit del precario italiano? Lavora nel pubblico, ha uno stipendio medio mensile di 836 euro, è laureato solo nel 15% dei casi e lavora al Sud (35,2% dei precari).
A tracciare questa identità è la Cgia di Mestre che fa sapere che al momento i lavoratori senza un contratto fisso sono 3.315.580. Lo stipendio netto mensile medio tra i giovani con meno di 34 anni è di 836 euro, che diventano 927 per gli uomini e 759 per le donne (escluse eventuali tredicesime e altre voci accessorie, come i premi di produttività e le indennità). Quasi un precario su due ha un diploma di scuola media superiore, mentre solo il 15,1% ha una laurea.
Il 34% dei precari italiani è alle dipendenze del pubblico: lavorano soprattutto nella scuola, nella sanità e nei servizi pubblici e sociali. Gli altri settori con una forte presenza di lavoratori atipici sono il commercio (436.842), i servizi alle imprese (414.672) e gli alberghi ed i ristoranti (337.379).
Al Sud ci sono oltre un milione e 100.000 precari; le Regioni più coinvolte sono la Calabria (21,2%), la Sardegna (20,4%), la Sicilia (19,9%) e la Puglia (19,8%).
Secondo il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bartolussi “sono i precari con basso titolo di studio ad essere più a rischio in questa fase di crisi economica”. “Nella stragrande maggioranza dei casi svolgono mansioni molto pesanti da un punto di vista fisico e sono occupati soprattutto nel settore alberghiero, in quello della ristorazione e nell’agricoltura. Per questo ritengo che i percorsi formativi debbano essere posti al centro di un seria riflessione tra i politici e gli addetti ai lavori, affinchè vengano si individuino delle risposte in grado di avvicinare in maniera più costruttiva l’attività formativa e il mondo delle imprese.”
La Cgil intanto chiede a Governo e Parlamento di cancellare i contratti truffa, di includere tutti i precari nell’indennità di disoccupazione, di prevedere un equo compenso, investimenti e innovazione per combattere la disoccupazione.
