Il digital divide dell’Italia rispetto agli altri paesi europei continua a crescere: in Italia solo il 63% delle abitazioni è connesso ad Internet (la media degli altri paesi europei è il 76%) e la banda larga raggiunge solo il 55% delle abitazioni. Il divario è ancora più marcato nelle aree rurali, dove solo il 17% degli abitanti può contare su una connessione di qualità. Eppure internet è un’occasione di sviluppo anche per l’agricoltura. Cittadinanzattiva e giovani imprenditori agricoli hanno scritto al Governo per chiedere l’accesso alle rete nelle aree rurali.

AGIA-CIA (Associazione Giovani Imprenditori Agricoli della Confederazione Italiana Agricoltori) e Cittadinanzattiva hanno inviato ieri una lettera aperta congiunta al Presidente del Consiglio Enrico Letta e al Ministro per lo Sviluppo Economico per sollecitare “un deciso intervento a favore dell’accesso alla banda larga internet anche per le aree rurali del nostro Paese, per garantire tra l’altro i diritti dei cittadini residenti in queste aree e l’economia agricola”.

La lettera ricorda come l’Agenda Digitale sia uno dei pilastri della strategia “Europe 2020” per la crescita e sottolinea come, nonostante reti e tecnologie di nuova generazione siano sempre più centrali, il gap dell’Italia rispetto agli altri paesi europei continui a essere molto esteso, con ripercussioni sulla competitività e sulla diffusione delle nuove tecnologie.

“Lo scorso 1° ottobre, le due associazioni hanno promosso un convegno dal titolo “Senza Rete non si fa Rete” che si è svolto a Montecitorio e al quale hanno partecipato autorevoli interlocutori – si legge nella lettera – Al centro del dibattito, il tema dell’accesso e della diffusione delle nuove tecnologie come risposta alla crisi (sono stati portati esempi di giovani imprenditori agricoli che hanno saputo “reinventare” le loro aziende con l’ausilio delle nuove tecnologie)  e come chiave di volta per combattere emarginazione e degrado”. Dal rapporto del Pit Telecomunicazioni “Diritti non in linea” è emerso inoltre come il mancato investimento nelle tecnologie abbia un impatto diretto sulla qualità dei servizi.

Spiega la lettera: “Le due iniziative hanno confermato che il digital divide dell’Italia rispetto agli altri paesi europei continua a crescere. In Italia solo il 63% delle abitazioni è connesso ad Internet (la media degli altri paesi europei è il 76%) e la banda larga che in Italia ha una velocità nominale molto bassa raggiunge solo il 55% delle abitazioni. Nelle aree rurali e al Sud la banda larga segna il passo, il divario tra aree urbane e aree rurali, tra nord e sud del paese, continua ad allargarsi. Nelle aree rurali soltanto il 17% degli abitanti può contare su una connessione costante e di qualità, contro l’89% delle aree urbane. Oggi le aziende agricole “informatizzate” sono il 10,9% al Nord-Ovest, l’8,1% nel  Nord-Est, il 2% nelle Isole e 1,3% nel Sud (Censimento Istat 2010)”. La connettività alla banda larga è però di fondamentale importanza per i comparti produttivi e per l’agricoltura. Per questo bisogna colmare il ritardo nell’attuazione dell’Agenda Digitale.

Le due associazioni chiedono dunque al Governo “un impegno per sciogliere tutti i nodi che bloccano la “digitalizzazione” nel nostro Paese; di avere conferma che negli oltre 1600 comuni rurali nei quali sono stati effettuati gli interventi per la banda larga, sia realizzato il completamento delle opere  al 100% così come previsto dal Piano Nazionale Banda larga; che nelle zone non ancora raggiunte dalle infrastrutture e dalle reti, sia accessibile la banda larga satellitare a prezzi congrui per i cittadini”.


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