Il Costo della Bellezza, al via la campagna di Dove, Cittadinanzattiva e Social Warning

Il Costo della Bellezza, al via la campagna di Dove, Cittadinanzattiva e Social Warning (Foto di SplitShire da Pixabay)

I ragazzi e le ragazze in età scolastica trascorrono molto tempo online, tra siti e social media che spesso propongono modelli di bellezza irrealisticamente perfetti, veicolando messaggi che possono contribuire a minare l’autostima e il benessere mentale e fisico dei giovani. Da queste premesse parte la campagna di sensibilizzazione “Il Costo della Bellezza”, promossa da Dove, in collaborazione con Cittadinanzattiva e Social Warning – Movimento Etico Digitale, no-profit nata nel 2018 per sensibilizzare ragazzi e adulti sulle potenzialità e rischi del web.

Il Costo della Bellezza, alcuni dati

I tre promotori della campagna partono da alcuni dati noti. Secondo una recente ricerca condotta in Italia e commissionata dalla Presidenza del Consiglio, infatti, quasi 100mila studenti tra gli 11 e i 17 anni presentano caratteristiche compatibili con una dipendenza dai social media, con maggior probabilità di sviluppare ansia sociale, che può diventare fattore di rischio per bassa autostima, depressione o aggravamento di disturbi alimentari quali anoressia. Si stima, inoltre, che la salute mentale di 1 giovane su 2 sia a rischio.

“Ad aggravare il problema – spiegano i tre promotori – è inoltre il tempo passato dai giovani sui social media (da 2 a 4 ore al giorno nel 44% dei casi, illimitatamente per il 40%) e la mancanza di controlli: per il 65,5% dei casi, non esistono regole di utilizzo. Al lungo tempo passato sui social media, si associano spesso messaggi sbagliati veicolati attraverso questi canali. Infatti, la maggior parte dei giovani di età compresa tra i 10 e i 17 anni è stata esposta a consigli di bellezza tossici su queste piattaforme: ben 5 su 10 a contenuti che incoraggiano la perdita di peso e 6 su 10 a corpi perfetti e irrealistici“.

“Nell’esperienza clinica ospedaliera frequentemente mi capita di vedere il corpo di adolescenti, sempre più giovani, e giovani adulti “sotto attacco”, mai troppo bello, mai troppo tonico, mai troppo all’altezza, un corpo che delude e tradisce le aspettative di perfezionismo e di idealizzazione, spesso indotte dal mondo esterno, che si incontrano con una fragilità interna, anche dovuta alle trasformazioni in corso. – spiega la dottoressa Teresa Grimaldi Capitello, Psicoterapeuta, UO Psicologia, IRCCS Ospedale Bambino Gesù di Roma. – Uno dei luoghi dove i giovani si sentono apparentemente protetti, ma in effetti più facilmente esposti a giudizio, soprattutto rispetto all’aspetto fisico, è proprio il mondo virtuale, e i social media rappresentano un concentrato di immagini, video e contenuti dove l’apparire conta più dell’essere. Un apparire fatto di modelli estetici irraggiungibili che diventano ulteriore fonte di pressione sociale e di senso di inadeguatezza”.

“La famiglia, la scuola e le istituzioni tutte hanno bisogno di soluzioni immediate: individuare e rinforzare percorsi formativi all’uso consapevole dei device e dei social media, definire e normare la gestione del rischio e le matrici di sicurezza alla navigazione virtuale, coinvolgere i professionisti della salute e dell’educazione sono operazioni necessarie e urgenti”, conclude la dottoressa Capitello.

 

Il Costo della Bellezza, presentazione della Campagna a Palazzo Ripetta
Il Costo della Bellezza, presentazione della Campagna a Palazzo Ripetta

 

La petizione

I tre player si fanno, quindi, promotori attivi di un progetto di sensibilizzazione pubblica, al fine di far introdurre nelle scuole un percorso formativo sull’uso consapevole dei social media, rendendo le piattaforme social un ambiente più sicuro per le future generazioni. E lanciano una petizione rivolta a tutti, che è possibile firmare online, su Change.org, oppure nei diversi corner organizzati appositamente nelle piazze delle principali città italiane: Roma (19 settembre), Napoli (23-24 settembre), Bari (30 settembre e 1° ottobre), Torino (7-8 ottobre) e Milano (14-15 ottobre).

Attraverso questa petizione, Dove, Cittadinanzattiva e Social Warning chiedono al sistema scolastico e alle Istituzioni che, “all’interno dei Piani di Offerta Formativa delle scuole primarie e secondarie, si preveda un percorso educativo specifico e approfondito sull’uso consapevole dei social media, dando piena attuazione alla legge n. 92/2019 sull’educazione civica nelle scuole – (articolo 5 – educazione alla cittadinanza digitale). Questo dovrà essere accompagnato da un’adeguata formazione dei docenti deputati e delle famiglie, perché gli obiettivi di educazione digitale trovino coerenza tra casa e scuola”.

Il Costo della Bellezza, la campagna

Dove promuove da quasi 20 anni il Progetto Autostima, volto ad aiutare i giovani a crescere con un rapporto positivo nei confronti della propria immagine scoprendo la propria unicità e amandola. Il progetto, presentato all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e attivo in tutto il mondo, nasce con la collaborazione di esperti nel campo della psicologia e della salute e, dal 2004 ad oggi, ha già raggiunto più di 94 milioni di ragazzi e ragazze in 153 Paesi. In Italia, dal 2019 ad oggi, ha coinvolto 40.000 classi, per un totale di circa 880.000 studenti delle classi 4° e 5° della scuola primaria e delle secondarie di I grado.

Nell’ambito di questo progetto nasce la campagna di sensibilizzazione “Il Costo della Bellezza”, il cui fulcro è rappresentato dalla petizione e dalla raccolta firme. L’iniziativa prende vita grazie ad un video che, sulle note di “You Are So Beautiful”, offre uno sguardo sulle vite dei giovani che hanno subito le conseguenze reali di contenuti di bellezza dannosi proposti sui social media, e a un Manifesto che sintetizza l’impegno a supporto della petizione. La protagonista del Manifesto, Viola, è una ragazza italiana di 15 anni che racconta una storia di crescita, trasformazione e di felicità ritrovata anche nella bellezza e nell’unicità dell’imperfezione.

Altro elemento simbolico che identifica la campagna è il Bracciale dell’Autostima, ispirato a quello che indossano molti giovani in ospedale, ricoverati per disturbi alimentari o legati alla salute mentale, spesso purtroppo aggravati da esempi di bellezza irreale. Il bracciale rappresenta simbolicamente quella condizione, ma è diverso e vuole avere solo un valore positivo, di rinascita, di forza, riportando messaggi positivi in grado di sostenere l’autostima e il rispetto per la propria unicità.


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