Il “Metaverso”, orizzonti e nuove sfide: oggi il Convegno del Garante Privacy
Si è svolto oggi il Convegno “Il Metaverso tra utopie e distopie: orizzonti e sfide della protezione dei dati”, organizzato dal Garante Privacy in occasione della Giornata europea della protezione dei dati personali
Il “Metaverso tra utopie e distopie” è stato il tema centrale del Convegno organizzato oggi dal Garante Privacy, per la 17ma Giornata europea della protezione dei dati personali. Un’occasione per analizzare le maggiori problematiche legate all’impatto che questo nuovo “habitat” digitale avrà sulle relazioni sociali e sui comportamenti dei singoli, sulle loro libertà e diritti, così come sui processi decisionali della collettività.
Cos’è il Metaverso e quali sono le sfide per la tutela della privacy?
Secondo il Presidente dell’Autorità Garante, prof. Pasquale Stanzione, che ha aperto i lavori, una delle nuove tecnologie più rilevanti dell’era digitale sarà senza dubbio il Metaverso, ossia “l’evoluzione di internet più prossima e, verosimilmente, più dirimente negli effetti sulla persona e sulla società”, che Mark Zuckerberg – ha spiegato Stanzione – “ha definito “una “piattaforma immersiva, un Internet incarnato che consente di stare dentro l’esperienza invece di guardarla dall’esterno”, in cui l’utente non si limita a “vedere”, ma finisce con l’essere il contenuto e non soltanto un cursore sullo schermo”. (Qui l’intervento completo)
“Secondo Gartner – ha proseguito il presidente dell’Autorità – entro il 2026, una persona su quattro trascorrerà almeno un’ora al giorno in questo spazio virtuale (anche collettivo), in cui realtà fisica e digitale convergono in un’esperienza immersiva, capace di restituire persino percezioni sensoriali”. “Una dimensione (articolata anche su plurime piattaforme) caratterizzata da un’interattività persistente, tridimensionale e dunque ancor più credibile, in cui è possibile agire e interagire mediante ologrammi che costituiscono veri e propri tramiti digitali del sé”.
Non sono ancora chiare le caratteristiche che assumerà il Metaverso, tuttavia il suo sviluppo avrà sicuramente alcune implicazioni importanti.
In primo luogo, le attività che verranno svolte e il volume delle informazioni che potranno generarsi “determineranno una raccolta di dati personali non comparabile con quella del web, per quantità ma anche per qualità – ha spiegato Stanzione -. Vi saranno compresi anche dati biometrici, veicolati, tra gli altri, da dispositivi indossabili, di cui va impedito ogni utilizzo abusivo“.
Di conseguenza, tale “rilevanza qualitativa e quantitativa dei flussi di dati indurrà a ripensare by design il sistema di raccolta del consenso e le garanzie di trasparenza negli obblighi informativi“.
Non solo, “anche in ragione del notevole tasso d’interazione tra gli utenti e della conseguente esigenza di proteggere i minori da esperienze pregiudizievoli, sarà determinante la garanzia dell’age verification, naturalmente con sistemi che non comportino un monitoraggio eccessivamente invasivo dell’attività dell’utente”.
E, ancora, “la personalizzazione dei contenuti propria del metaverso lascerà emergere, verosimilmente, nuove istanze di tutela, a fronte di nuove vulnerabilità e persino nuove soggettività”, ha proseguito Stanzione, che ha poi evidenziato, tra le altre implicazioni dello sviluppo del Metaverso, anche “l’impatto psicologico che può avere, soprattutto sui giovani, l’esperienza immersiva della vita in una dimensione altra, costruita secondo i nostri desideri e modulata sulle nostre percezioni”.