Niente Internet per un terzo delle famiglie italiane, anche se nel 2016 la stima della quota di famiglie che accedono a Internet mediante banda larga, con una preferenza per la connessione fissa (ADSL, Fibra ottica, ecc.) sale al 67,4% dal 64,4% del 2015. Lo dice l’Istat nel rapporto “Cittadini, Imprese e Itc”. Ad arrancare sono soprattutto le famiglie residenti nelle regioni in cui la banda larga è meno diffusa, ossia Calabria e Sicilia. In generale, l’Italia è in fondo alla classifica europea per diffusione della banda larga, collocandosi al diciannovesimo posto, con un valore pari al 77%.

Rispetto al 2015 aumenta la quota di persone di 6 anni e più che si sono connesse in Rete (da 60,2% a 63,2%) e quella di chi si connette giornalmente (da 40,3% a 44,6%). L’uso del web è più frequente tra i 15-24enni (oltre 91%) ma un forte recupero si è registrato in quest’ultimo anno da parte degli individui di 60-64 anni (da 45,9% a 52,2%), in particolare tra le donne di questa fascia di età (con un incremento di ben 8,7 punti percentuali).

Fra le persone che hanno usato Internet negli ultimi 3 mesi, l’85,8% ha fruito di contenuti culturali, il 57,8% ha utilizzato un social network e quasi un terzo ha pubblicato sul web contenuti di propria creazione. La maggioranza degli utenti ha dichiarato di avere competenze digitali di base (35,1%) o basse (33,3%).

Per quanto riguarda le imprese, si stima che il 98% di quelle che hanno almeno 10 addetti utilizzano Internet mentre quelle che si connettono in banda larga mobile passano dal 63,3 al 63,8% (60,0% nel 2014). Il 71,3% delle imprese con almeno 10 addetti disponga di un proprio sito web o pagine su Internet (70,7% nel 2015); quasi tre imprese su dieci hanno sul sito un link al proprio profilo social mentre il 39,2% utilizza un social media (37,3% nel 2015). Solo il 15,6% utilizza più di uno strumento web 2.0. Limitate anche le competenze digitali all’interno delle imprese: solo il 12,4% di quelle con almeno 10 addetti sceglie di svolgere le funzioni ICT per lo più con addetti interni mentre il 61,9% ricorre a personale esterno.


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