Sono 20 milioni gli italiani che escono a cena mossi dalla curiosità di sperimentare ingredienti unici e dal piacere di gustare un buon piatto. Ma mangiare fuori sembra non essere solo una questione legata al cibo: la cucina e il mondo della ristorazione vivono anche di emozioni e sperimentazione, curiosità e innovazione, socialità e confort. Lo rivela un’indagine condotta da Doxa per conto di Groupon, azienda leader nel settore degli acquisti online, che rivela come gli italiani vivono l’uscire a mangiare. In media, si va fuori a pranzo e/o cena 6 volte al mese, un trend in crescita che, per più di 1 italiano su 2, diventa anche un’esperienza di benessere personale.Si tratta di un momento durante la quale stare bene con se stessi e staccare la spina, una “coccola” capace di dare conforto anche nelle giornate più difficili e lasciare così un bel ricordo. Uscire a mangiare è visto come un’occasione di socialità e relazione dal 30% degli italiani per godere della compagnia degli amici ma anche l’esplorazione di nuovi menu appare un fattore determinante nella scelta di recersi al ristorante (26%).

È interessante osservare inoltre come l’atmosfera di un ristorante sia un fattore cruciale nella scelta di mangiare fuori: solo 1 italiano su 10 si sente infatti meglio a casa propria che al ristorante, perché preferisce un’atmosfera informale e familiare alla possibilità di spezzare la routine e cambiare ambiente

Per gli italiani 6 volte su 10 un’uscita fuori a pranzo e/o cena avviene in compagnia di amici e anche in questo caso motivati dal desiderio di rilassarsi e socializzare, e a seguire sperimentare nuovi sapori e nuovi locali. Solo un 13% organizza una cena con amici dove il protagonista della serata sarà il cibo.

Secondo l’indagine, un fattore chiave oggi nella scelta del locale dove mangiare è rappresentato dagli ingredienti dei piatti a menù. Se da un lato gli italiani tendono sempre di più a scegliere piatti con ingredienti di alta qualità, dall’altro emerge la necessità di stare attenti ad allergeni e intolleranze alimentari.

Ma nel dettaglio, a cosa si fa più attenzione? Innanzitutto alla qualità dei prodotti: al primo posto l’uso di alimenti stagionali/freschi (48%), seguito dall’uso di alimenti a km zero al secondo (39%) e l’uso di alimenti biologici/DOP al terzo (31%). Si classifica quarta l’attenzione a menù che sanno rispondere alle necessità di clienti con intolleranze e allergie (21%), comprensivi tra gli altri di piatti per celiaci o alimenti senza lattosio – un fattore questo che diventa ancora più importante per le nuove generazioni, nella fascia 18-34 anni (Millennial).

Restando in tema di menu, nonostante la consolidata tradizione culinaria, 6 italiani su 10 si dichiarano a favore della sperimentazione, anche quando si tratta di rivisitare le ricette classiche della cucina italiana. E quando si decide di andare fuori a mangiare, il 65% considera importante che il ristorante o lo chef propongano piatti diversi.

“Come rivela la ricerca, il focus si è spostato dal mangiare tanto al mangiare bene”, afferma Nicola Cattarossi, Managing Director Groupon Southern Europe, “e sta crescendo una maggiore consapevolezza nel nostro Paese rispetto al cibo di qualità”.


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