L’Italia si schiera contro il traffico di avorio. E con esso, contro il bracconaggio e le attività delle organizzazioni criminali e terroristiche che traggono profitto dalle azioni illegali che mettono a rischio intere comunità locali, sfruttate dai network criminali internazionali, insieme alla sopravvivenza degli elefanti. L’evento è previsto per oggi pomeriggio a Roma, davanti al Circo Massimo, dove sarà distrutta oltre mezza tonnellata di avorio confiscato, che sarà poi definitivamente smaltito. L’iniziativa – il primo #ItaliaIvoryCrush – è organizzata e promossa dalla ONG Elephant Action League in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e il Corpo Forestale dello Stato.
avorio illegaleDopo gli eventi a Times Square a New York e sotto la Torre Eiffel a Parigi, anche l’Italia aderisce dunque alla campagna internazionale di distruzione dell’avorio. Dalle ore 17.00 di oggi davanti al Circo Massimo oltre mezza tonnellata di avorio confiscato verrà distrutta da una macchina industriale schiacciasassi, per poi essere smaltito definitivamente. “Molti paesi hanno simbolicamente distrutto l’avorio confiscato negli anni durante cerimonie pubbliche nelle più importanti città del mondo e in particolar modo, negli ultimi due anni questo “movimento” è diventato sempre più forte, nello sforzo di innescare cambiamenti a livello politico e di tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica e dei governi di tutto il mondo – spiegano dalla Elephant Action League – I paesi che hanno pubblicamente distrutto i propri stock di avorio (interamente o parzialmente) includono gli USA, Cina, Francia, Belgio, Filippine, Kenya, Gabon, Etiopia e ultimamente Sri Lanka”.
Il commercio internazionale di avorio, illegale dal 1989, è causa non solo del bracconaggio degli elefanti – ogni anno in Africa ne vengono massacrati per questo motivo oltre 35.000: si stima che in tutto il continente africano ne rimangano solo 35 mila e a questo ritmi l’estinzione è vicina – ma è anche una delle principali fonti di finanziamento delle criminalità organizzata, milizie e gruppi terroristici in Africa, con un enorme costo umano pagato dalle comunità locali. “Il commercio illegale di avorio comporta un prezzo altissimo in termini di vite umane ed è spesso un’importante fonte di finanziamento per pericolosi gruppi criminali, milizie e organizzazione terroristiche come al-Shabaab, oltre che favorire corruzione, riciclaggio e lo sfruttamento delle comunità locali”, ha affermato Andrea Crosta, co-fondatore di EAL.
Con l’Ivory Crush a Roma anche l’Italia si unisce dunque alla campagna contro il traffico illegale di avorio e a favore della protezione degli elefanti e delle comunità locali. Dice il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti: “Il valore di questa iniziativa è innanzitutto nel suo messaggio culturale: vogliamo accendere i riflettori sui numeri spaventosi e sulle pratiche barbare che caratterizzano il traffico illecito di avorio nel mondo. Di fronte a un fenomeno di questa portata, che mette a rischio la specie degli elefanti e foraggia le reti criminali, l’azione dell’Europa e dell’Italia sarà quanto mai determinata”. All’iniziativa partecipa la Forestale. Spiega il Capo del Corpo forestale dello Stato Cesare Patrone: “Da anni il Corpo forestale dello Stato si spende con impegno e competenza nel contrasto ai traffici di specie protette, anche utilizzando i beni confiscati in scuole e musei per veicolare il messaggio della Convenzione di Washington (CITES). L’iniziativa di distruggere una quantità rappresentativa di avorio, confiscato proprio grazie all’attività di polizia, assurge, tra l’altro, a simbolo della più ampia lotta al bracconaggio, che vede tutte le autorità di enforcement della CITES collaborare insieme verso un unico comune obiettivo: fermare il “wildlife crime””.

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