La riduzione delle commissioni interbancarie, note come interchange free, si risolve in un vantaggio solo per le grandi catene commerciali e causa invece un aumento dei costi delle carte di pagamento a carico dei consumatori: è la tesi sostenuta da Waroncash.org, website di informazione specializzato, che ha lanciato e presentato alla Commissione europea una petizione che ha raccolte quasi 4 mila firme, inviata anche alle Istituzioni italiane. La piattaforma chiede di favorire l’epayment ma non a danno dei cittadini.
La petizione, lanciata lo scorso 24 marzo sulla piattaforma change.org, chiede di non approvare la norma che vuole abbassare le interchange fee, ovvero le commissioni che la banca del punto vendita paga alla banca del consumatore ogni volta che avviene un acquisto con carte di pagamento. La conseguenza diretta di una riforma del genere, ogni volta che è stata attuata, è stata un “finto risparmio”, perché si è risolta in un aumento dei costi di gestione delle carte di pagamento a carico dei consumatori.
“La riduzione delle “interchange fee” offre un vantaggio solo per le grandi catene commerciali e causa un aumento dei costi delle carte di pagamento incentivando quindi l’uso del cash”: questa la tesi, suffragata da casi empirici, che Waroncash.org sostiene presso la Commissione Europea attraverso la sua petizione.
“I cittadini europei che hanno sottoscritto il testo – spiegano i promotori dell’iniziativa – chiedono di riflettere sulla riduzione delle cosiddette “interchange fee”, cioè le commissioni che la banca del punto vendita paga alla banca del consumatore ogni volta che avviene un acquisto. L’intervento di Bruxelles, orientato a incentivare l’epayment, produrrebbe un effetto completamente diverso poiché i minori introiti registrati dalla banca del consumatore sarebbero compensati con l’aumento dei costi delle carte di pagamento, accrescendo così il disagio economico di molti cittadini che rischierebbero di dover rinunciare alle proprie carte. L’unico settore a trarne un vantaggio rilevante sarebbe la grande distribuzione a scapito sia dei piccoli esercenti che dei consumatori stessi”. Waroncash ricorda che in Italia la gestione del contante pesa ogni anno oltre 150 euro a cittadino: per la piattaforma è necessario intervenire per favorire la diffusione dell’epayment ma non certo penalizzando i cittadini.


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