Stop alla plastica nel santuario dei cetacei. Bisogna salvare delfini e balene dalla “plastisfera”, quel nuovo ecosistema marino che veicola prodotti chimici tossici e microbi potenzialmente invasivi e dannosi per le specie marine, alimentati dalla presenza di plastica e microplastica in mare. Con questo obiettivo è partito il progetto Pelagos Plastic Free di Legambiente in partnership con l’associazione francese Expédition MED. L’intento è salvare il Santuario Pelagos dall’invasione della plastica. Questa rappresenta infatti fra l’80 e il 90% dei rifiuti dispersi in mare e sulle coste, galleggia e si deposita sugli arenili e sui fondali, invade il Mediterraneo senza risparmiare aree di pregio come quella del Santuario Internazionale per i Mammiferi Marini.

La degradazione in microplastica rischia di avere effetti devastanti. Sostiene Legambiente: “Recenti studi, condotti proprio nel Santuario Pelagos, hanno dimostrato come le aree di accumulo delle microplastiche coincidano con quelle in cui si concentra il plancton di cui si nutrono le balenottere comuni. È così che le microplastiche (frammenti più piccoli di 5 mm) possono entrare nella catena alimentare di questi grandi filtratori e esporli ai microorganismi (batteri, alghe, virus, invertebrati microscopici) che colonizzano i rifiuti plastici in mare, la cosiddetta “Plastisfera”, un nuovo ecosistema marino composto da specie potenzialmente patogene che mettono a rischio la salute di delfini, balene e altri cetacei nelle acque del Santuario e la biodiversità del Pianeta”. Questo nuovo ecosistema sarà dunque il sorvegliato speciale del progetto Pelagos Plastic Free che vuole prevenire e ridurre i rifiuti di plastica nel Santuario Pelagos, attraverso azioni di governance, monitoraggio scientifico e sensibilizzazione di stakeholders specifici.

Come si agirà? Il primo passaggio riguarderà il tema dei rifiuti: dalla raccolta differenziata in casa alle infrastrutture per il ritiro, dal trasporto allo smaltimento e al riciclo, esiste un’intera filiera da potenziare. Il progetto prevede la raccolta, diffusione e promozione delle migliori pratiche nel settore, tramite workshop di condivisione con le amministrazioni locali in Liguria, Toscana e Francia. Con le prime azioni previste tra giugno e agosto 2018, verrà invece monitorata la plastica galleggiante nelle acque del Santuario Pelagos, verranno prelevati campioni da analizzare alla foce del fiume Arno e nel porto di Pisa e in alcuni porti in Francia. L’analisi del DNA delle comunità di microrganismi costituenti la Plastisfera del Santuario, effettuate dal NIOZ (l’Istituto Olandese per la Ricerca Marina), servirà a identificare le specie di alghe, batteri e virus che proliferano sui rifiuti di plastica, influenzando gli equilibri dell’ecosistema marino.


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