Tutela della privacy e dei dati personali dei cittadini anche nelle attività di intelligence. Questo l’obiettivo di un protocollo d’intenti fra il Garante per la protezione dei dati personali e il Dis, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. Fra i punti dell’intesa, la comunicazione al Garante degli archivi informatici consultati dal Dis, la garanzia che gli atti trasmessi al Garante siano conservati in segretezza e la possibilità dell’intelligence di avvalersi della consultazione del Garante.
Il Protocollo d’intenti è stato siglato ieri tra il Presidente dell’Autorità Garante per la Protezione dei dati personali Antonello Soro e il Direttore generale del Dis, ambasciatore Giampiero Massolo. Grazie alla sinergia tra il Dipartimento informazioni per la Sicurezza e il Garante della privacy “il Protocollo compie un altro passo in avanti nella direzione di quella trasparenza del Comparto Intelligence indicata dalla legge 124, per una cultura della sicurezza partecipata”, informa una nota di Palazzo Chigi.
Se il Datagate ha suscitato una rinnovata attenzione dei diversi organi di controllo sul tema del trattamento dei dati personali da parte dell’Intelligence, la definizione dell’accordo si propone di dare risposta all’esigenza di sistematizzare i controlli del Garante, già previsti dalla normativa vigente, che si affiancano a quelli del Copasir e dell’Autorità giudiziaria (questi ultimi relativamente ai dati sulle comunicazioni), completando la cornice di garanzie a presidio dei dati personali da parte del Comparto Intelligence – informa il Governo – A tale scopo, il Protocollo di intenti compie una ricognizione delle disposizioni vigenti sugli accertamenti del Garante nei confronti dell’Intelligence, con specifico riferimento agli accessi alle banche dati delle amministrazioni e dei gestori dei servizi di pubblica utilità, e di quelli effettuati per le finalità indicate nella direttiva sulla sicurezza cibernetica”.
L’accordo prevede inoltre la comunicazione al Garante del piano ricognitivo degli archivi informatici cui il Dis e le Agenzie hanno accesso e le acquisizioni di dati effettuate in attuazione dell’art. 11 della direttiva sulla sicurezza cibernetica, laddove abbiano comportato l’identificazione dell’interessato da parte delle Agenzie di informazione. Al fine di tutelare la riservatezza delle informazioni al Comparto Intelligence, l’intesa prevede anche che gli atti trasmessi al Garante siano custoditi secondo modalità idonee a garantirne la segretezza.
Ma non solo. L’intesa, infatti, riconosce al Comparto Intelligence la possibilità di avvalersi – fuori dei casi di parere già previsti dalla normativa vigente – dell’attività consultiva dell’Autorità garante sui temi attinenti al trattamento dei dati personali.
“Il Protocollo costituisce, da parte del Governo, una risposta importante alla domanda di più puntuale tutela dei dati personali dei cittadini,anche in un ambito cosi delicato come quello delle attività di intelligence – ha detto Antonello Soro, Presidente dell’Autorità Garante per la privacy – Le recenti vicende legate al Datagate dimostrano che esiste uno straordinario bisogno di spostare, nel mondo, il baricentro dell’asse sicurezza-privacy nella direzione di una più decisa tutela della riservatezza,che è dimensione ineludibile della libertà e della dignità della persona”.


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