
Prodotti per l'infanzia, Commissione allerta rapida: i prezzi calano meno di quanto previsto (foto Pixabay)
Prodotti per l’infanzia, Commissione allerta rapida: i prezzi calano meno di quanto previsto
Si è riunita la Commissione di allerta rapida per il monitoraggio dei prezzi, Codacons: “Iva giù ma prezzi di pannolini e seggiolini calano poco”
Prosegue il controllo sui prezzi dei prodotti per l’infanzia e per la cura della persona, realizzato dalla Commissione di allerta rapida per il monitoraggio dei prezzi.
I dati analizzati durante il confronto tecnico relativi a marzo 2023 – si legge in una nota del MIMIT – hanno mostrato una variazione media nazionale di prezzo rispetto a dicembre 2022 che, per alcuni prodotti per l’infanzia, soprattutto pannolini e seggiolini auto, risulta meno intensa di quella attesa. Le analisi mostrano, inoltre, una situazione non uniforme su tutto il territorio nazionale. Infatti, a livello territoriale per gli stessi prodotti, si rilevano variazioni eterogenee dei prezzi.
Prodotti per l’infanzia, l’andamento dei prezzi
In particolare, per il pannolino aperto si stima a livello nazionale una variazione – tra il mese di marzo e quello di dicembre – del -4,9%. La riduzione dei prezzi, visibile in tutte le regioni, risulta più accentuata nelle regioni del Centro, nel Nord-est, in Puglia e in Valle d’Aosta; per il pannolino mutandina, invece, si stima a livello nazionale una variazione tra il mese di marzo e quello di dicembre del -2,9%. La riduzione dei prezzi è visibile in tutte le regioni tranne che in Valle d’Aosta, Abruzzo, Molise e Sicilia, che mostrano aumenti rispetto al mese di dicembre. Per quanto riguarda, infine, il seggiolino auto per bambini si stima a livello nazionale una variazione tra il mese di marzo e quello di dicembre del -2%. Liguria e Friuli Venezia Giulia sono le regioni che mostrano le più alte riduzioni dei prezzi rispetto a dicembre.
“Inoltre – si legge nella nota – dalle prime elaborazioni dati di aprile si evidenziano alcune ulteriori riduzioni, in particolare sui pannolini aperti e sugli assorbenti esterni ultra. Tuttavia, gli indici dei prezzi di aprile dei prodotti interessati si stimano essere generalmente più alti di quelli di febbraio, mese in cui c’è stata la riduzione dei prezzi più intensa per quasi tutti i prodotti monitorati. Persiste, accentuandosi, anche nel mese di aprile la forte eterogeneità delle variazioni dei prezzi nei territori”.
“La misura della riduzione dell’aliquota IVA – prosegue il MIMIT – si inserisce in una fase caratterizzata da un’inflazione in riduzione, ma tutt’ora presente, in particolare per i prodotti del carrello della spesa. Alla luce delle analisi condotte e dei dati di contesto rilevati, la Commissione continuerà le attività di monitoraggio del prezzo su questi prodotti, in particolare su quelli in cui l’IVA è passata dal 22% al 5%, aspettandosi comunque su questi prodotti e in alcuni territori una maggiore riduzione sul prezzo al consumo“.

Il prossimo aggiornamento è previsto per settembre, con la possibilità di estendere il paniere monitorato per avviare un confronto con altri prodotti per l’infanzia comparabili, che non hanno subito la variazione dell’aliquota IVA.
Il commento delle associazioni dei consumatori
Per il Codacons i dati forniti oggi dal Mimit nell’ambito del tavolo sui prezzi dei prodotti per l’infanzia confermano la previsione dell’associazione circa il mancato calo dei listini per i prodotti che hanno beneficiato del taglio dell’Iva.
“Qualsiasi verifica e approfondimento circa l’andamento dei prezzi al dettaglio è positiva, ma ci aspettiamo che alla riunione odierna seguano fatti concreti tesi a far scendere i listini e salvaguardare le tasche delle famiglie – spiega il presidente Carlo Rienzi – Le misure destinate a tagliare i prezzi dei prodotti per l’infanzia non hanno avuto l’effetto sperato, e questo perché lo sconto dell’Iva su biberon, omogeneizzati, latte e pannolini, al netto dell’inflazione, non sempre è stato traslato sui prezzi al pubblico, con la conseguenza che i consumatori non hanno beneficiato di una riduzione dei listini”.
“Per questo chiediamo al Ministro Urso e al Governo di prevedere salate sanzioni, compresa la chiusura a tempo determinato degli esercizi, per quei commercianti che, a fronte della minore Iva, non hanno ridotto i prezzi al dettaglio dei prodotti per l’infanzia, ottenendo un illecito beneficio a discapito dei consumatori”, aggiunge Rienzi.
“Si sono accorti solo a fine maggio che la riduzione dei prezzi dei prodotti dell’infanzia che doveva avvenire il 1° gennaio 2023 non è stata quella attesa – commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Inoltre non ha alcun senso confrontare i dati dicembre 2022 con quelli di marzo 2023, visto che il raffronto doveva essere con gennaio 2023, mese in cui il taglio dell’Iva è scattato. Insomma, dopo quello della pasta, che anche in aprile ha continuato a rincarare, ci troviamo di fronte, almeno per il momento, a un secondo flop”.

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