Quando saranno esaminate tutte le pratiche, si stima che agli obbligazionisti retail di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti verranno rimborsati circa 190 milioni di euro: è quanto ha detto ieri il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan in audizione in Senato davanti alle Commissioni congiunte Finanze di Camera e Senato. Il Ministro ha riconosciuto che gli istituti bancari hanno venduto prodotti impropri ma anche che serve un progetto di educazione finanziaria da parte delle istituzioni. Per il Codacons i rimborsi coprono però meno della metà delle perdite subite dai piccoli risparmiatori.

salva-banche“Al 3 gennaio – ha detto il Ministro – sono pervenute complessivamente poco più di 14mila pratiche e il fondo interbancario di tutela dei depositi stima che quando le pratiche saranno tutte esaminate verranno rimborsati agli obbligazionisti circa 190 milioni di euro“. Padoan ha riconosciuto la vendita impropria fatta dalle banche come pure la mancanza di comprensione dell’investimento fatto da parte degli piccoli obbligazionisti. “In alcuni casi le banche hanno venduto prodotti a risparmiatori che per il loro profilo patrimoniale e reddituale non avrebbero dovuto assumere rischi. In altri casi ci sono state forzature nei confronti della clientela. Si tratta di comportamenti impropri e in alcuni casi illeciti”, ha detto Padoan, spiegando che in alcune banche c’è stata una “gestione da parte di amministratori e manager che possono aver violato norme deontologiche e penali. Per tutti questi casi il governo auspica che la giustizia faccia rapidamente il proprio corso e che tutti coloro che hanno provocato danni alla collettività, alle comunità locali, ai risparmiatori e agli investitori vengano sanzionati”. Azionisti e investito in obbligazioni subordinati non possono essere equiparati a chi compra prodotti più sicuri ma, ha proseguito Padoan, “i clienti non sono stati in grado di capire il grado di rischio che si assumevano. La responsabilità è anche del governo che non ha ancora avviato iniziative di educazione finanziaria. Le istituzioni devono avviare un programma di educazione finanziaria con respiro pluriennale”.

Detto questo, i 190 milioni di euro di rimborsi stimati dal Ministro non bastano a coprire tutte le perdite. “I rimborsi automatici in favore degli obbligazionisti retail di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti, coprono meno della metà delle perdite subite dai piccoli risparmiatori, e pertanto rappresentano un fallimento del Governo e non soddisfano minimamente gli investitori – ha detto il Codacons – Quando tutte le pratiche saranno espletate, gli indennizzi raggiungeranno quota 190 milioni di euro, appena il 44% di quanto perso dagli obbligazionisti – denuncia l’associazione – Il valore delle obbligazioni azzerate per i 12.500 risparmiatori retail delle 4 banche ammonta infatti a 431 milioni di euro, ma non tutti hanno potuto beneficiare dei rimborsi parziali all’80%, in quanto la procedura era riservata ai patrimoni mobiliari inferiori ai 100mila euro e reddito al di sotto dei 35.000 euro”.

Nel frattempo in serata l’Agenzia delle Entrate ha precisato che gli indennizzi riconosciuti saranno esclusi dalla tassazione. La legge di Stabilità 2016 ha istituito il Fondo di solidarietà per risarcire, almeno in parte, gli investitori che al 23 novembre 2015 erano infatti in possesso di strumenti finanziari subordinati emessi dagli istituti di credito interessati dalla disciplina introdotta dal decreto “Salva banche”, Banca delle Marche, Banca Etruria, Cassa di risparmio di Ferrara e Cassa di risparmio di Chieti. L’Agenzia ha evidenziato che “non sono soggetti a imposizione gli indennizzi che risarciscono il valore di acquisto o sottoscrizione di strumenti finanziari emessi dagli istituti di credito oggetto del decreto Salva banche”. Non è dunque tassabile l’indennizzo erogato dal Fondo di Solidarietà istituito per gli investitori persone fisiche che, avendo acquistato obbligazioni dalle banche insolventi oggetto dell’intervento dello Stato, sono stati risarciti con un indennizzo erogato in via forfetaria a seguito di un’apposita istanza, oppure a conclusione di una procedura arbitrale. “Sotto il profilo fiscale, infatti, si tratta di un reintegro patrimoniale che non ha, conseguentemente, rilevanza ai fini delle imposte”, specifica ancora l’Agenzia delle Entrate.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)