Rete Consumatori Italia al Governo: preoccupazione per tutela vittime strada
“Chiediamo di non stravolgere e distruggere il lavoro svolto dalla Camera anche sui danni gravi alla persona, assecondando gli interessi già ampiamente garantiti delle compagnie di assicurazione e che possiedono tutti gli strumenti per evitare azioni fraudolente”: è quanto chiede Rete Consumatori Italia, formata da Assoutenti, Codici e Casa del Consumatore, di fronte alle modifiche previste nel settore dell’RC auto attraverso alcuni emendamenti presentati al Senato al DDL concorrenza.
I Consumatori denunciano le conseguenze dell’introduzione della formula relativa alla “libertà contrattuale” (col rischio che passino clausole vessatorie) e una grande preoccupazione per la tutela dei diritti delle vittime della strada, che “potrebbe essere compromessa con le modifiche proposte per il disegno di legge”. Per questo Rete Consumatori Italia ha deciso di scrivere al Governo per “evidenziare i rischi che si correrebbero distruggendo il lavoro svolto dalla Camera sui danni gravi alla persona”.
“Riscontriamo con grande preoccupazione le proposte di modifica al DDL n. 2085 in merito all’articolo 3 (emendamenti 3.40, 3.41, 3.44, 3.45), ed all’articolo 10 (emendamenti 10.8, 10.12, e 10.13)”, affermano facendo riferimento all’uso della formula relativa alla “libertà contrattuale”. Denuncia Rete Consumatori Italia: “Gli emendamenti proposti di fatto ridisegnano l’assetto equo e tutelante con una norma che recita che il danneggiato ha diritto all’integrale risarcimento del danno ma…”fatta salva la libertà contrattuale”. La libertà contrattuale già esiste e non occorre declamarla. L‘aggiunta nella norma è solo volta ad introdurre le clausole vessatorie. In altre parole, il consumatore ha diritto al risarcimento integrale del danno, ma …. fatta salva la libertà contrattuale, ovvero, salvo abbia sottoscritto contratti contenenti clausole vessatorie. Quindi, il codice del consumo non si potrà più applicare nei confronti delle assicurazioni!”.
Altro problema riguarda gli emendamenti 10.12 e 10.13 che modificano l’art. 2947 del codice civile e “inseriscono un termine (90 giorni) per la proposizione dell’azione di risarcimento del danno, che se non rispettato comporterà la decadenza dall’azione risarcitoria. Si immaginano già le trappole formali per il danneggiato che ha sbagliato la richiesta danni e quindi è nulla e quindi ciao risarcimento. Vogliamo costringere tutti ad andare dagli avvocati? – si chiede l’associazione – L’emendamento 10.8 (seconda formulazione) introduce una inedita facoltà per l’assicuratore di vietare al danneggiato di fargli causa, dilatando di altri 60 giorni il termine previsto per legge, portandolo a 120 giorni. Tutto questo potrà essere fatto senza rendere conto a nessuno delle ragioni per le quali viene bloccato un diritto garantito dagli articoli 111 e 24 della Costituzione. Il consumatore che non ha ottenuto un risarcimento congruo non potrà quindi agire in giudizio prima di 4 mesi”.