In occasione della Settimana Nazionale della Celiachia, che ha la finalità di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica su una patologia che interessa milioni di persone in tutto il mondo, con una incidenza globale media pari circa all’1%, è opportuno evidenziare il problema dei costi che le persone celiache devono sostenere. Le regioni erogano dei contributi economici ai pazienti celiaci, nella maggior parte dei casi sotto forma di buoni per l’acquisto dei prodotti alimentari.

Dalla I Indagine Federconsumatori sulla celiachia in Italia è emerso un quadro fortemente sfaccettato e disomogeneo, anche perché la normativa nazionale in materia lascia alle amministrazioni locali un ampio margine di discrezionalità: ogni regione adotta non solo importi differenti ma anche diverse modalità di erogazione e distinte condizioni di spendibilità delle somme (in farmacie, supermercati e negozi specializzati).

A ciò si aggiunge la consistente differenza tra i prezzi dei prodotti senza glutine venduti al supermercato e quelli in vendita presso farmacie e negozi specializzati: acquistare questi alimenti nei punti vendita della grande distribuzione può essere molto conveniente ma solo in alcune regioni è possibile spendere il contributo in supermercati e ipermercati. Molte regioni, inoltre, erogano importi diversi per uomini e donne.

“La Settimana Nazionale della Celiachia ci offre l’occasione per ribadire l’urgenza di una modifica della normativa vigente per ampliare la spendibilità dei buoni, per consentire un frazionamento della spesa in tempi ed esercizi commerciali diversi e soprattutto per rendere omogeneo il quadro della situazione a livello nazionale”, sottolineano dall’associazione.


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