
MDC e Codacons: aziende minacciano iscrizione a banca dati morosi inesistente
Lettere di sollecito per fatture non saldate che minacciano l’iscrizione a una banca dati dei morosi. Con il particolare, non certo secondario, che questa banca dati non risulta ancora in funzione. Che in effetti molti cittadini neanche hanno ricevuto i solleciti. Che comunque in molti casi le condizioni per l’iscrizione non ci sono. Questo quanto denunciano Movimento Difesa del Cittadino e Codacons che lamentano: “Nel settore delle telecomunicazioni l’illecito è sempre dietro l’angolo”. Le due associazioni hanno fatto partire un esposto al Garante Privacy, all’Antitrust e all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
MDC e Codacons denunciano che alcuni operatori di telecomunicazioni stanno inviando da tempo ai propri clienti lettere di sollecito di pagamento per fatture non saldate (in alcuni casi l’utente non le ha neanche ricevute) in cui si minaccia l’iscrizione dell’interessato nella banca dati morosi SiMoITel. “Il problema è che tale banca dati, ad oggi, non risulta ancora in funzione e per di più le morosità contestate spesso neppure autorizzerebbero l’iscrizione dell’utente al registro SiMoITel, prevista soltanto a determinate condizioni”, denunciano le due Associazioni dei consumatori.
L’iscrizione è possibile solo se si verificano contemporaneamente una serie di presupposti: recesso dal contratto ad iniziativa di una delle parti esercitato da non meno di tre mesi; importo insoluto per ogni singolo operatore di non meno di 150 euro; presenza di fatture non pagate nei primi sei mesi successivi alla stipula del contratto; assenza di altri rapporti contrattuali post-pagati, attivi e regolari nei pagamenti con lo stesso operatore; assenza di formali reclami/contestazioni, istanze di conciliazioni o di definizione di controversie dinanzi agli organi competenti inoltrate dal cliente. “Continuiamo a constatare che nel settore delle telecomunicazioni l’illecito è sempre dietro l’angolo. Gli operatori non sanno più cosa inventarsi per spaventare gli utenti con minacce inesistenti e lesive dei loro diritti – concludono le due associazioni – Chiediamo alle Autorità di avviare un’istruttoria in merito con sanzioni esemplari, per mettere fine a questo odioso comportamento”.

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