Minacciavano i propri clienti con solleciti di pagamento per fatture non saldate e presunti addebiti insoluti, anche oggetto di contestazione, paventando l’iscrizione alla banca dati dei morosi SIMoITel, che non è ancora operativa. Questo il comportamento contestato dall’Antitrust alle principali società di telefonia. L’Autorità ha aperto tre istruttorie nei confronti di Wind Tre, Telecom Italia e Vodafone Italia, che ora hanno tempo fino al 12 febbraio per rispondere alla richiesta di informazioni dell’Antitrust.

I procedimenti sono stati aperti su segnalazione delle associazioni dei consumatori (Adoc, Associazione utenti dei servizi radiotelevisivi, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Movimento Difesa del Cittadino e Codacons) che contestano il comportamento tenuto dalle società di telefonia. Nella nota con cui comunica l’avvio del procedimento, l’Antitrust ricorda che SIMoITel è una banca dati, ancora non operativa, cui partecipano i principali operatori di telecomunicazione, finalizzata esclusivamente alla “prevenzione delle morosità intenzionali della clientela titolare di contratti per la fornitura di servizi di telefonia fissa e mobile post-pagata”. Se il cliente moroso intenzionale viene iscritto in tale banca dati, la conseguenza è rappresentata sostanzialmente dall’impossibilità di stipulare contratti di telefonia con gli altri operatori che partecipano al sistema. Ma per l’iscrizione servono determinati requisiti: non basta insomma dover pagare una piccola bolletta insoluta, magari anche oggetto di contenzioso.

L’Antitrust contesta dunque agli operatori di telefonia Wind Tre, Telecom e Vodafone l’invio di solleciti di pagamento con la minaccia di iscrizione dei clienti, presunti morosi, a questa banca dati “ad oggi non ancora legalmente operativa”. Solleciti fra l’altro recapitati anche a clienti che non potrebbero rientrarvi, morosi occasionali o con piccoli importi da versare, talvolta inferiori a 50 euro, al fine di indurli a pagare anche eventuali addebiti arbitrari.

“I principali operatori telefonici rischiano una nuova sanzione dall’Antitrust per aver inviato ai propri utenti solleciti di pagamento per fatture non saldate (in alcuni casi neanche ricevute) con minacce di iscrizione nella banca dati morosi SiMoITel, che ancora non risulta operativa”: così il presidente del Movimento Difesa del Cittadino Francesco Luongo commenta l’avvio delle istruttorie da parte dell’Antitrust. “Oltre al fatto che la banca dati cui fanno riferimento le aziende, ad oggi, non risulta ancora in funzione, abbiamo denunciato anche il fatto che le morosità contestate spesso neppure autorizzerebbero l’iscrizione dell’utente al registro SiMoITel, prevista soltanto a determinate condizioni – precisa Luongo – L’iscrizione, infatti, è possibile solo se si verificano contemporaneamente i seguenti presupposti: recesso dal contratto ad iniziativa di una delle parti esercitato da non meno di tre mesi; importo insoluto per ogni singolo operatore di non meno di 150 euro; presenza di fatture non pagate nei primi sei mesi successivi alla stipula del contratto; assenza di altri rapporti contrattuali post-pagati, attivi e regolari nei pagamenti con lo stesso operatore; assenza di formali reclami/contestazioni, istanze di conciliazioni o di definizione di controversie dinanzi agli organi competenti inoltrate dal cliente”.

Con solleciti come quelli inviati dalle aziende, invece, il consumatore verrebbe indotto a pagare indipendentemente  dalla legittimità dell’addebito che gli viene contestato, proprio per evitare l’iscrizione a una banca dati che gli impedirebbe poi di fare contratti con altri operatori. Tutto questo, spiega l’Antitrust nell’avvio del procedimento, attraverso una “minaccia infondata”, perché la situazione dei consumatori interessati non rientra fra quelle che legittimano l’iscrizione e comunque la banca dati non è ancora attiva. “Continuiamo a constatare – dice Luongo – che nel settore delle telecomunicazioni l’illecito è sempre dietro l’angolo”.

 

@sabrybergamini


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