Per la Tobin Tax, la tassa europea sulle transazioni finanziarie (TTF), non è ancora arrivato il momento dell’approvazione. Slitta infatti dall’Ecofin di giugno a quello di settembre il termine per trovare un accordo tra i paesi europei per l’introduzione dell’imposta sugli scambi finanziari. Intanto i paesi che ne sostengono l’approvazione sono scesi da 11 a 10. Dopo l’uscita dell’Estonia, sono rimasti l’Italia, la Germania, la Francia, la Spagna, la Grecia, la Slovenia, la Slovacchia, l’Austria, il Belgio e il Portogallo.
Stando alle regole europee servono almeno 9 paesi per portare avanti il progetto e, d’altra part, il significato della Tobin Tax verrebbe in buona parte svuotato se non fosse condivisa dalle più grandi economie dell’eurozona.
Nulla di fatto quindi per la mobilitazione “Il Momento è Adesso” a favore dell’approvazione della tassa condotta dalle 10.000 organizzazioni della società civile e dalle maggiori associazioni sindacali di 39 Paesi che nei mesi precedenti si sono rivolgono ai 10 Capi di Stato e di Governo europei che promuovono il progetto della TTF.
L’introduzione della tassazione sulle transazioni finanziarie rappresenterebbe un punto di svolta che contribuirebbe a disincentivare finalmente pratiche speculative sui mercati e a far versare al settore finanziario il “giusto contributo fiscale” agli Stati. Le risorse raccolte dalla TTF europea, fino a circa 6 miliardi di euro l’anno per l’Italia, potrebbero essere infatti investite prima di tutto per creare occupazione, finanziare i servizi pubblici in Italia e allo stesso tempo contrastare la povertà estrema, le pandemie e il cambiamento climatico in tutto il mondo.
“Obiettivi fondamentali come l’inclusione sociale, la lotta alla povertà e al riscaldamento globale, il finanziamento delle iniziative contro le pandemie globali sono sempre stati subordinati alla finalità di una massimizzazione del valore autoreferenziale al mondo della finanza”, dichiara Leonardo Becchetti, Professore Ordinario di Economia Politica all’Università Tor Vergata di Roma e portavoce della Campagna ZeroZeroCinque. “L’effetto è stata l’esplosione del volume dei capitali supersonici e la progressiva riduzione di quelli pazienti con una crisi degli investimenti e del loro finanziamento che è sotto gli occhi di tutti. La crescita delle disuguaglianze che ne è derivata è alla radice dell’attuale crisi migratoria. È ora di voltare pagina: la tassa europea sulle transazioni finanziarie è un passo importante in questa direzione”.


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