Sulla spiaggia di Ostia arrivano un piatto enorme, mega stoviglie, una bottiglia a grandezza d’uomo. È il trash mob organizzato da Legambiente in occasione dell’arrivo di Goletta Verde per lanciare la campagna #Usaegettanograzie contro l’inquinamento da plastica e contro l’uso e abuso di oggetti impiegati per pochissimi minuti, una volta sola, e che finiscono per inquinare mari e spiagge per centinaia di anni. I principali accusati sono bicchieri, stoviglie, cannucce, posate e bottiglie, tutti in plastica.

La campagna creativa vuole far riflettere sul concetto di “esagerato”. E così nel sito internet dedicato si legge “Ho preso un nuovo nano da giardino” che in realtà è il David di Michelangelo. Oppure: “Vorrei un bel cucciolotto da compagnia”, dove il cucciolo è un elefante. Spiega il direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti: “Usiamo l’usa e getta per pochi minuti ma le sue microplastiche possono inquinare per sempre. Nessuno utilizzerebbe oggetti “esagerati” rispetto alla funzione di cui ha bisogno: il David di Michelangelo come “nano da giardino”, un’autobotte per innaffiare i fiori o un elefante come cucciolotto da compagnia. Eppure è proprio quello che accade con piatti, posate, bottiglie monouso. Prodotti usati pochissimo ma che hanno un elevatissimo costo per l’ambiente, una sproporzione difficilmente percepibile nella vita di tutti i giorni”.

Secondo i dati di Seas at risk, con le bottiglie di plastica che l’Europa consuma ogni anno, pari a 46 miliardi, si potrebbero riempire 28 mila piscine olimpioniche. “Un problema che ci riguarda da vicino – aggiunge Legambiente – visto il record tutto italiano di consumo di acqua in bottiglia: solo nel nostro Paese utilizziamo, infatti, ogni anno 8 miliardi di bottiglie di plastica, il 17% di quelle consumate in tutta Europa”. Le bottiglie, se non smaltite correttamente, possono rimanere nell’ambiente per 450 anni e rischiano fra l’altro di frammentarsi in microplastiche e contaminare mare e catena alimentare.

Nasce per questo “Usa e getta? No, grazie”, la nuova campagna di informazione e sensibilizzazione lanciata oggi da Legambiente per la prevenzione e la messa al bando di alcuni prodotti usa e getta, per stimolare il cambiamento spontaneo di abitudini dei cittadini e un intervento più deciso dei governi arginare un problema di portata globale come il marine litter. Sono oggetti che finiscono spesso sulle spiagge e in mare a causa di sistemi di depurazione non funzionanti, di cattiva gestione a monte dei rifiuti da parte dei comuni e peggio ancora per l’abbandono consapevole. Solo dall’inizio dell’anno a oggi, i volontari di Legambiente hanno pulito almeno 500 spiagge italiane rimuovendo circa 180mila tra tappi e bottiglie, 96mila cotton fioc e circa 52mila tra piatti, bicchieri, posate  e cannucce di plastica.  Su 78 spiagge monitorate, sono stati trovati quasi 50mila rifiuti, una media di 620 rifiuti ogni 100 metri. Di questi l’80% è plastica e ben un rifiuto su tre è stato creato per essere gettato immediatamente dopo il suo utilizzo e appartiene alle categorie di bottiglie e tappi, stoviglie, buste rinvenuti sul 95% delle spiagge monitorate.

Con i trash mob e il viaggio di Goletta Verde l’associazione chiede al Governo italiano di anticipare la direttiva europea sul monouso di plastica. “Per contrastare il marine litter, una delle due più gravi emergenze ambientali globali insieme ai cambiamenti climatici, chiediamo al Governo italiano di approvare subito quanto previsto dalla proposta di direttiva Ue mettendo al bando le stoviglie di plastica non compostabile, compresi i bicchieri che non leggiamo nel testo in discussione in queste settimane a Bruxelles – aggiunge Zampetti –  I bandi già deliberati in autonomia da alcuni comuni dimostrano che vietare le stoviglie di plastica è infatti possibile da subito. Per le buste di plastica chiediamo incisività nel contrasto dell’illegalità ancora troppo presente soprattutto nel commercio al dettaglio, ma anche il via libera all’uso delle retine riutilizzabili per frutta e verdura nei supermercati. Senza dimenticare – conclude Zampetti – una seria e capillare campagna di informazione per incrementare la fiducia dei cittadini verso l’acqua del rubinetto, più sana, controllata e sostenibile di quella in bottiglia”.

Tra le richieste dell’associazione anche la necessità di indirizzare il mondo dell’industria, investendo sull’innovazione dei materiali e l’eco-design, rendere riciclabili il 100% degli imballaggi, migliorare la gestione dei rifiuti delle amministrazioni locali, adeguare gli impianti del riciclo e seguire la strada dell’economia circolare.

 

Notizia pubblicata il 06/07/2018 ore 16.58


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