Per qualcuno sono vacanze a ogni costo. E quindi anche a costo di indebitarsi per quattro anni per rimborsare il prestito richiesto e avere i soldi necessari a preparare i bagagli, chiudere la porta di casa, mettersi su un aereo o alla guida di un’auto e concedersi un viaggio o una vacanza. In cinque mesi in Italia sono stati erogati oltre 33 milioni di euro per sostenere i costi di viaggi a breve, medio o lungo raggio. La richiesta media è di circa 5 mila euro da rimborsare, per molti, con piani dilazionati nel tempo che arrivano a quattro anni.

A rivelarlo è un’analisi di Facile.it e Prestiti.it:  in molti decidono di non rinunciare alle vacanze e di chiedere un prestito per partire, tanto che dall’ 1 gennaio al 31 maggio 2017 sono stati erogati oltre 33 milioni di euro per sostenere i costi di viaggi più o meno lunghi. L’indagine – fatta su un campione di oltre 60 mila domande di finanziamento presentate nei primi cinque mesi di quest’anno – ha scoperto che chi vuole un prestito per pagare le ferie punta ad ottenere in media poco più di 5.000 euro (5.071 euro), una cifra superiore del 7,7% rispetto a quella che gli aspiranti vacanzieri italiani volevano un anno fa, ed equivalente ad una rata mensile di circa 113 euro. Da spalmare anche su più anni. “Piuttosto che rinunciare al meritato riposo o alla vacanza tanto desiderata – spiega Mario Parteli, responsabile Business Unit Prestiti di Facile.it – gli italiani fanno in modo che questa pesi il meno possibile sulle finanze familiari, dilazionandone il pagamento in periodi anche lunghi; la durata media dei piani di restituzione dei prestiti per le vacanze, ad esempio, è di circa quattro anni”.

La decisione di chiedere un prestito viene presa in considerazione man mano che si avvicina il periodo delle ferie, tanto che oltre il 38% delle richieste è stato presentato nel mese di maggio. Chi chiede un prestito per andare in vacanza? L’identikit generale dice che il richiedente ha in media 42 anni, nel 72% dei casi è uomo e nel 76% ha un lavoro a tempo indeterminato presso un’azienda privata. Da notare però anche un altro dato: l’11% delle richieste è firmata da un pensionato.


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