L’Europa continua a crescere nell’innovazione ma i progressi riguardano solo poche aree e sono molto disomogenei. È questa una delle principali conclusioni del più recente quadro di valutazione dell’innovazione pubblicato oggi dalla Commissione europea.

Il quadro europeo di valutazione dell’innovazione annuale fornisce una valutazione comparativa dei rendimenti nel campo della ricerca e dell’innovazione dei paesi dell’UE e di alcuni paesi terzi. Uno strumento interattivo online consente di confrontare in modo personalizzato tali rendimenti.

Nel complesso, il rendimento innovativo è migliorato in 15 Stati membri, sebbene esistano grandi differenze tra uno Stato e l’altro. La Svezia continua a essere leader dell’innovazione, mentre Lituania, Malta, Paesi Bassi, Austria e Regno Unito, sono i paesi in cui l’innovazione registra l’espansione più celere. Da un punto di vista globale l’UE sta recuperando terreno rispetto a Canada e Stati Uniti, ma Corea del Sud e Giappone si sono portati in testa. A livello internazionale la Cina mostra i progressi più rapidi.

I leader dell’UE per settore specifico di innovazione sono: Danimarca per le risorse umane e  un ambiente favorevole all’innovazione; Lussemburgo per i sistemi di ricerca attrattivi e il patrimonio intellettuale; Finlandia per finanziamenti e sostegno; Germania per gli investimenti delle imprese; Irlanda per l’innovazione nelle PMI e ripercussioni sull’occupazione; Belgio per le reti e collaborazione nel campo dell’innovazione; Regno Unito per gli effetti sulle vendite.

L’industria dell’UE continua ad essere innovativa, ma siamo ancora in ritardo rispetto ai leader mondiali dell’innovazione”, ha dichiarato Elżbieta Bieńkowska, Commissaria per il Mercato interno, l’industria, l’imprenditoria e le PMI, “In tempi di globalizzazione e rapidi mutamenti tecnologici, l’innovazione è essenziale per la prosperità dell’economia europea e dei nostri cittadini. L’iniziativa start-up e scale-up e la nuova agenda per le competenze della Commissione contribuiranno a migliorare ulteriormente un ecosistema in cui l’innovazione prosperi”.

Per quanto riguarda l’Italia, il nostro Paese resta saldamente in coda al gruppo degli innovatori moderati, quindi sotto la media Ue. Rispetto all’ultima rilevazione peggiora infatti la sua posizione e in un anno passa da 17esima a 19esima. Si confermano invece le eccellenze regionali di Piemonte e Friuli come innovatori forti.

Deboli connessioni tra le imprese e il pubblico-privato, bassi finanziamenti e sostegno ai venture capital, scarsi investimenti delle aziende in ricerca e sviluppo, innovazione e nuove tecnologie rappresentano i principali punti di debolezza rilevati da Bruxelles. Tra i (pochi) tratti positivi, invece, si confermano gli asset intellettuali, ovvero le domande di registrazione di marchi e design, un sistema di ricerca attraente, in particolare le copubblicazioni scientifiche internazionali e le pubblicazioni più citate, nonché l’innovazione delle pmi, in particolare quella in-house.


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