Rc auto, Ivass: a luglio prezzo medio di 416 euro, continua la crescita (più 7,4%)
L’rc auto continua a salire. Ivass: il prezzo medio a luglio 2024 è di 416 euro, in aumento del 7,4% su base annua. La reazione dei Consumatori: aumenti ingiustificati
L’rc auto continua a salire nel mese di luglio e arriva, in alcune province, ad aumenti a due cifre. Il prezzo medio dell’assicurazione rc auto a luglio 2024 è stato di 416 euro, in aumento su base annua del +7,4% in termini nominali (+6,1% in termini reali) e in accelerazione rispetto all’incremento annuo registrato a giugno (che era pari a +6,2% in termini nominali e +5,4% in termini reali).
Il dato è stato diffuso a fine agosto dell’Ivass, Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni. E non è certo passato inosservato alle associazioni dei consumatori, che considerano immotivati gli aumenti dell’rc auto e chiedono di intervenire (in vari modi) nel settore.
Rc auto, gli ultimi dati Ivass
L’Ivass ha rilevato che tutte le province italiane registrano incrementi di prezzo, compresi tra il +3,1% di Pesaro e Urbino e il +11% di Roma. Il differenziale di premio tra Napoli e Aosta è di 270 euro, in aumento del +7,8% su base annua e in riduzione del 43,4% rispetto allo stesso mese del 2014. Infine, per gli assicurati appartenenti a classi di merito superiori alla prima, l’incremento di prezzo medio è del +11,5% a fronte di un aumento del +6,6% per gli assicurati in prima classe.
Rc auto in crescita, Consumatori: aumenti ingiustificati
“Le tariffe Rc auto continuano a salire in modo del tutto ingiustificato realizzando una stangata complessiva da oltre 2 miliardi di euro in capo agli automobilisti italiani”, ha commentato il Codacons.
In poco più di due anni, prosegue l’associazione, le tariffe rc auto hanno subito un rincaro complessivo del 17,8%, passando da una media di 353 euro di gennaio 2022 (dato Ivass) ai 416 attuali, con un aumento di oltre 60 euro a polizza.
“Incrementi che non appaiono giustificati dall’aumento della incidentalità in Italia, e che cozzano con la situazione economica delle compagnie di assicurazioni per le quali la dotazione patrimoniale si è consolidata, la redditività è migliorata e la liquidità è divenuta più distesa, secondo i dati diffusi poche settimane fa dalla stessa Ivass – spiega il Codacons – Rincari che, considerate le 32,9 milioni di auto assicurate in Italia, hanno determinato nell’ultimo biennio una stangata complessiva da oltre 2 miliardi di euro a danno degli automobilisti italiani”.
Per l’Unione Nazionale Consumatori si tratta di rialzi enormi.
Spiega il presidente Massimiliano Dona: «Aumenti astronomici immotivati. Nulla giustifica un balzo del genere: né l’inflazione, né il costo dei sinistri, né l’incidentalità».
A partire dalle differenze territoriali negli aumenti, l’associazione chiede un’azione dell’Antitrust.
«Chiediamo – ha detto Dona – che l’Antitrust apra un’indagine conoscitiva per capire se queste differenze da città a città dipendano da restrizioni sul lato della concorrenza, intese restrittive o altro».
Rc auto, cosa fare?
Per Marco Festelli, presidente nazionale di Confconsumatori, e Antonio Pinto, responsabile nazionale dell’associazione per il settore banche e assicurazioni, «si tratta di un dato ancora una volta superiore alla crescita media dei prezzi al consumo che, peraltro, non ha alcuna giustificazione economica ma comporta esclusivamente ulteriori guadagni aggiuntivi per i colossi del settore assicurativo che nel 2023 hanno dichiarato utili record».
Per Confconsumatori «innanzitutto occorre avviare un’attenta analisi per escludere l’ipotesi che le compagnie adottino aumenti della Rca, polizza obbligatoria, per coprire eventuali future perdite su altri rami, come ad esempio quello della casa in cui il comparto assicurativo lamenta, per il momento solo a parole visti i bilanci complessivamente eccellenti, delle perdite per incrementi ad esempio degli eventi atmosferici».
Confconsumatori auspica che «finalmente Governo e Parlamento avviino una fase di completa revisione del sistema Rrca confrontandosi innanzitutto con i rappresentanti degli assicurati, cioè le associazioni dei consumatori, mettendo in secondo piano le istanze delle imprese assicurative».
Anche il Movimento Consumatori sottolinea che nell’rc auto ci sono aumenti non giustificati neanche dall’incidentalità.
“Sono invece molteplici le criticità legate al comparto assicurativo, a partire dall’assetto oligopolistico del mercato, al risarcimento diretto, alla canalizzazione presso riparatori convenzionati con le compagnie assicurative, alle clausole penalizzanti per il consumatore inserite nelle polizze – spiega MC – È necessario prendere atto che nel settore da oltre un ventennio sono state sistematicamente adottate norme volte alla riduzione dei risarcimenti e ciò non è più tollerabile, soprattutto in una nazione come la nostra dove i premi sono i più alti d’Europa”. L’associazione chiede al Governo “un intervento legislativo che elimini il risarcimento diretto e tutte le clausole vessatorie che penalizzano gli assicurati, limitando il diritto all’integrale risarcimento del danno in caso di sinistro”.