
Pagamenti con Pos, esenzione fino a 60 euro (foto Pixabay)
Pagamenti con Pos, verso l’esenzione fino a 60 euro
L’obbligo di accettare i pagamenti con Pos sale a 60 euro. È quanto prevede la bozza della manovra che arriva all’esame del Parlamento. Consumatori molto critici parlano di “colpo di spugna” e “passo indietro al secolo scorso”
Nella bozza di manovra sale da 30 a 60 euro il limite per cui commercianti e professionisti potranno rifiutare il pagamento con carta o bancomat. Addio insomma all’obbligo di accettare pagamenti elettronici anche per pochi euro. La soglia oltre il quale scatterà l’obbligo, e la relativa sanzione, sarà portata a 60 euro. È quanto previsto dalla bozza della manovra attesa all’esame del Parlamento.
Obbligo del Pos a 60 euro
È l’ennesima novità in un campo in cui la regola c’è da anni. L’obbligo di accettare i pagamenti con pos era stato infatti introdotto dal 2014 attraverso il decreto legge numero 179/2012 del Governo Monti, poi era stato confermato ed esteso a partire dal 1° luglio 2020 dal decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio (n. 124/2019). Ma non c’erano le sanzioni per chi rifiutasse i pagamenti elettronici.
Le sanzioni sono partite solo a giugno di quest’anno, in anticipo rispetto a gennaio 2023, con le nuove regole che prevedevano non più l’obbligo di accettare i pagamenti elettronici (che in effetti c’era già) ma anche la multa: una sanzione amministrativa di 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento. Ora l’ennesima novità: la multa per chi rifiuta pagamenti elettronici partirà solo dai 60 euro in su.
Codacons: colpo di spugna
«Le disposizioni della manovra che riguardano il Pos rappresentano un colpo di spugna che cancella di netto 8 anni di battaglie in favore dei consumatori», ha detto il Codacons commentando l’incremento da 30 a 60 euro del limite oltre il quale i commercianti sono esentati dall’obbligo di consentire il pagamento con carte e bancomat, previsto dall’ultima bozza della legge di bilancio circolata nel fine settimana.

UNC: violati obiettivi del Pnrr
Molto duro anche il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona.
«Non c’è limite al peggio e il Governo Meloni lo dimostra, alzando la soglia sul Pos da 30 a 60 euro – commenta Dona – Non solo sta dimostrando di stare dalle parte dei commercianti più arretrati e rimasti all’età della pietra invece che dalla parte delle famiglie, ma nel vano tentativo di aggirare gli obiettivi assunti con il PNRR, finisce per fare ancora peggio, non limitandosi a togliere le sanzioni entrate in vigore il 30 giugno 2022, ma anche l’obbligo di accettare i pagamenti digitali fino a 60 euro, facendo arretrare il Paese di ben 10 anni, a prima del decreto del Governo Monti del 18 ottobre 2012, n. 179 che già prevedeva che i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, erano tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito».
Per l’UNC con l’intervento sul Pos viene violato l’obiettivo del Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza.
«L’innalzamento della soglia a 60 euro per l’obbligo di accettare i pagamenti elettronici è una palese violazione degli obiettivi e dei traguardi fissati per l’assegnazione delle risorse del Pnrr», dice ancora Dona.
«Al di là del fatto che Governo Meloni ci fa tornare all’età della pietra, quando gli italiani non usavano ancora la carta di credito, un passo indietro al secolo scorso, il punto è che viene violata la misura del Pnrr che prevedeva di “incoraggiare il rispetto degli obblighi fiscali (tax compliance) e migliorare gli audit e i controlli” e che nella descrizione del traguardo e obiettivo si riferiva esplicitamente “all’originario articolo 23 del decreto-legge n. 124/2019, abrogato con la conversione in legge”, ossia a quell’articolo del Dl Fisco del Governo Conte II magicamente abrogato durante i meno di 60 giorni della conversione in legge. Quell’art. 23, introducendo per la prima volta la sanzione di 30 euro aumentata del 4% del valore della transazione, stabiliva chiaramente il perimetro di applicazione, ossia “nei casi di mancata accettazione di un pagamento, di qualsiasi importo“, quindi anche di 1 euro, senza se e senza ma».
Altroconsumo: nessun beneficio per i consumatori
«Non comprendiamo quali benefici possano derivare dallo spostare fino a 60 euro il limite per i pagamenti in contanti. La moneta elettronica garantisce trasparenza, tracciabilità ed è uno strumento molto importante per contrastare l’evasione fiscale. Siamo convinti che si debba garantire la possibilità di utilizzare le banconote a chi non ha grande dimestichezza con gli strumenti digitali, ma su questo i limiti precedenti erano ragionevoli», dice Federico Cavallo, Responsabile relazione esterne di Altroconsumo.
«Chiediamo – prosegue – di tornare almeno alla situazione precedente e di far luce su due problematiche: da una parte, l’annosa questione delle commissioni che ampie fasce di commercianti sono costretti a pagare e per cui accettano con difficoltà la moneta elettronica; dall’altra, la promozione dell’educazione dei cittadini agli strumenti di pagamento digitali».
L’associazione chiede che si apra un tavolo per abbassare le commissioni e al tempo stesso accompagnare i cittadini nell’adozione di strumenti digitali.

Scrive per noi

- Helpconsumatori è la prima e unica agenzia quotidiana d’informazione sui diritti dei cittadini-consumatori e sull’associazionismo organizzato che li tutela.
Minori2023.02.06Domani torna il Safer Internet Day, Agia: “Attenzione ai rischi, ma proibire non è realistico”
Consumi2023.02.06Confesercenti: consumi in frenata nel 2023, risultato peggiore degli ultimi tre anni
Banche2023.02.06Desertificazione bancaria, per 4 milioni di italiani la filiale è un miraggio
Farmaci2023.02.06Povertà sanitaria, da domani torna la Giornata di raccolta del farmaco