Sms truffa e prelievo non autorizzato, Confconsumatori: la banca deve rimborsare
Un risparmiatore si era visto rifiutare dalla banca il rimborso dopo un prelievo non autorizzato di 1.700 euro dopo un sms truffa. Confconsumatori: l’arbitrato ha riconosciuto la buona fede del correntista, disponendo alla banca di rimborsare la somma
Il numero telefonico sembra proprio quello della banca e così l’sms che si visualizza sullo smartphone. Proprio per questo il risparmiatore cade nella truffa online, clicca in buona fede sul messaggio e rischia di perdere i soldi. È quanto accaduto a un correntista di Reggio Emilia che, sorpreso da un sms truffa, ha subito un prelievo bancario non autorizzato da 1700 euro. La banca non voleva rimborsarlo ma il consumatore si è rivolto a Confconsumatori. E l’arbitrato ha riconosciuto la sua buona fede, dichiarando che la banca deve disporre il rimborso.
Sms truffa, il caso dello spoofing
È quanto racconta Confconsumatori che invita a non cliccare link sui messaggi che sembrano provenire da istituti bancari – ma non è così. Questo tipo di truffe si basano di fatto sulla falsificazione dell’identità di chi telefona (o manda sms): i malviventi in questo modo cercano di far credere che l’autore della chiamata sia attendibile, spacciandosi ad esempio per una banca, con l’obiettivo di carpire dati personali o diffondere malware.
Nel caso raccontato, un cittadino di Reggio Emilia si era rivolto allo sportello online di Confconsumatori lamentando di aver subito un truffa bancaria online con il meccanismo del Sms spoofing, ovvero un falso messaggio nella chat bancaria che crea allarme. Lo scorso 30 giugno il risparmiatore aveva ricevuto un messaggio in cui veniva avvisato di un bonifico sospetto sul suo conto, che doveva essere bloccato. Il correntista, in tutta buona fede, aveva cliccato sul messaggio e così inconsapevolmente aveva fornito ai malviventi alcuni dati di accesso, autorizzando un bonifico da 1.700 euro.
La banca, spiega l’associazione, ha addebitato colpa grave al cliente per essere caduto nella truffa, rifiutando il rimborso della somma, e così il risparmiatore si è rivolto allo sportello online di Confconsumatori.
Dopo 9 mesi di prcedimento arbitrale, qualche giorno fa il collegio di Bologna ha sentenziato che la banca deve restituire i 1.700 euro sottratti sul conto, certificando così l’assoluta buona fede del consumatore.
«Questo – dichiarano da Confconsumatori – è uno dei tanti casi di truffe online che Confconsumatori riesce a risolvere, non solo con i propri sportelli fisici ma anche con lo sportello virtuale. Torniamo a raccomandare a tutti gli utenti bancari di diffidare dei messaggi sms della banca, i quali non possono contenere link multimediali. Invitiamo a non cliccare su alcun link che proviene dalla propria banca a mezzo sms».