Modelli alimentari sostenibili, qual è il cibo migliore per noi e per il Pianeta?
Modelli alimentari sostenibili sono necessari per tutelare la salute e far bene al Pianeta. Il WWf rilancia la campagna Food4Future “per non mangiarci il Pianeta”
Cosa mangiare per stare bene e far bene al pianeta? Modelli alimentari sostenibili sono necessari per tutelare la salute umana, messa a rischio dall’eccessivo consumo di alimenti troppo ricchi di zuccheri e sale, e per diminuire l’impatto sul Pianeta. Con modelli alimentari sostenibili si potrebbe ridurre fino al 70% le emissioni di gas serra e l’uso di suolo e fino al 50% il consumo di acqua, dice il WWF.
Il pianeta è sotto crisi climatica e anche la salute umana non sta poi tanto bene, se c’è un contrasto immenso fra i circa 800 milioni di persone che non hanno cibo a sufficienza e milioni in più mangiano quantità smisurate di cibo. E così, in un’ottica di sostenibilità e con la preoccupazione delle ripercussioni della guerra in Ucraina sulle scelte europee in tema di agricoltura, il WWF rilancia la sua campagna Food4Future “per non mangiarci il Pianeta”. Torna a promuovere modelli alimentari sostenibili e annuncia la collaborazione con la chef stellata Antonia Klugmann, nota per la sua proposta di alta cucina attenta al rispetto dei cicli della natura e delle colture locali.
Modelli alimentari, ecco la dieta sostenibile
Partiamo dalla fine. Cosa bisogna mangiare in un’ottica di sostenibilità? Una dieta ricca di frutta, verdura e in generale di alimenti di origine vegetale, spiega il WWF, «è il pilastro delle diete sane ma anche di quelle più sostenibili per l’ambiente».
E attenzione: «La Dieta Mediterranea, globalmente riconosciuta come l’esempio per eccellenza di dieta sostenibile, è a rischio di estinzione».
L’associazione ricorda che i consumatori possono avere un ruolo centrale e importante nelle scelte alimentari che fanno. Un esempio è stato, negli anni passati, il cambio di rotta imposto a un ingrediente diffusissimo in biscotti e prodotti da forno come l’olio di palma (ma attenzione: c’è il rischio che ritorni).
«Scegliendo modelli alimentari più sostenibili, le emissioni di gas serra e l’uso del suolo si potrebbero ridurre fino al 70%, mentre si dimezzerebbe il consumo di acqua – dice il WWF – Entro il 2050, con diete più concentrate sui prodotti locali e di stagione e soprattutto con un minor consumo di alimenti di origine animale, potremmo liberare diversi milioni di chilometri quadrati di terra e ridurre le emissioni globali di CO2 fino a 8 miliardi di tonnellate all’anno».
Modelli alimentare, le scelte dei consumatori
Il percorso verso modelli alimentari sostenibili può partire dalle scelte individuali in tema di cibo. Un pasto sostenibile, dice l’associazione ambientalista, richiede circa 1.000 litri di acqua rispetto ai circa 3.000 di un solo pasto meno sostenibile, molto ricco di proteine animali e cibi non di stagione. «Una buona notizia è che proprio gli cibi meno vantaggiosi per l’ambiente sono anche i meno salutari, che dovremmo consumare con maggiore parsimonia».
La ricetta è quindi quella di puntare a un’alimentazione con meno carne, e ricca di alimenti vegetali, frutta, verdura, legumi e cereali.
«I sistemi alimentari hanno il potenziale per nutrire la popolazione umana e proteggere l’ambiente, ma attualmente stanno minacciando entrambi per via di come produciamo e consumiamo il cibo. Non possiamo arrestare la perdita di biodiversità e di ecosistemi, nonché la catastrofe climatica che incombe se, assieme alle misure in altri settori, non ripensiamo completamente anche l’attuale sistema alimentare, a partire da quello che portiamo a tavola ogni giorno. È fondamentale una drastica riduzione del consumo di carne e un sostanziale incremento nei consumi di alimenti vegetali come frutta, verdura, cereali e legumi – spiega Eva Alessi, responsabile sostenibilità del WWF Italia – I comportamenti personali degli individui hanno un enorme potere di mitigare i danni ambientali e promuovere processi più sostenibili che proteggano ambiente e salute».
L’obiettivo della campagna del WWF è allora quello di promuovere l’adozione di una dieta prevalentemente a base vegetale. E di approvare norme che impediscano l’importazione in Europa di prodotti causa di deforestazione e distruzione di ecosistemi.
Sicurezza alimentare oggi
In questi giorni, aggiunge il WWF, si parla di insicurezza e crisi alimentare provocate dal conflitto in Ucraina. Le decisioni sul tavolo in tema di sicurezza alimentare rischiano di rappresentare un passo indietro.
«Nell’UE è stata avanzata la proposta di coltivare anche il 4% delle aree destinate alla conservazione della natura – ricorda il WWF – oltre ai danni che questa misura determinerebbe per l’agricoltura stessa, secondo il WFP (World Food Programme) farebbe aumentare la produzione alimentare europea solo dell’1%. Queste aree, infatti, non sono affatto improduttive, sono invece fondamentali per rendere produttive tutte le altre superfici agricole, in quanto producono e mantengono i servizi ecosistemici indispensabili per l’agricoltura stessa, come la conservazione degli insetti impollinatori che hanno necessità di queste aree naturali per la loro alimentazione e riproduzione».