Geoblocking, il Parlamento europeo chiede di rivedere le regole per eliminare le limitazioni geografiche
Il Parlamento europeo chiede di applicare meglio le norme sul geoblocking in Europa per rafforzare il mercato unico digitale e rispondere alle aspettative dei consumatori
Applicare meglio le norme sul geoblocking in Europa. E dunque includere nelle regole europee anche i contenuti protetti da copyright, facilitare l’accesso alla consegna transfrontaliera dei pacchi, rendere più disponibili i cataloghi online dei contenuti audiovisivi. Le norme della Ue in materia di “blocchi geografici” – “geo-blocking” in inglese – devono essere applicate meglio e aggiornate per rafforzare il mercato unico digitale e rispondere meglio alle aspettative dei consumatori.
Rivedere le regole europeo sul geoblocking
È quanto hanno sottolineato ieri i deputati del Parlamento europeo che hanno approvato una risoluzione non vincolante ( 376 voti a favore, 111 contrari e 107 astenuti) nella quale sottolineano la necessità di rivedere le norme dell’UE in materia di blocchi geografici, in particolare alla luce dell’accelerazione della trasformazione digitale e dell’aumento degli acquisti online negli ultimi anni. Le norme in vigore consentono ai consumatori di fare acquisti online e di accedere ai servizi oltre confine senza molte restrizioni, ma i deputati affermano che devono essere applicate pienamente e che è necessario eliminare le barriere rimanenti.
Ha detto la relatrice Beata Mazurek (ECR, PL): «Quando fanno acquisti online, i consumatori devono poter approfittare delle migliori offerte e pagare con la loro carta bancaria, proprio come un abitante del luogo. Stiamo raddoppiando gli sforzi contro la discriminazione dei prezzi e vogliamo rendere più facile l’auto-ricezione o la consegna oltre confine. È inoltre giunto il momento di soddisfare le richieste dei cittadini e di rendere più facile l’accesso a film, serie ed eventi sportivi nella loro lingua madre. La Commissione dovrebbe valutare attentamente l’aggiornamento delle norme attuali e fornire il sostegno necessario al settore audiovisivo».
Geoblocking e miglioramenti da attuare
“Poiché le norme attuali non si applicano a specifici servizi digitali che offrono contenuti protetti da copyright (come e-book, musica, software e giochi online) – informa una nota – i deputati sottolineano i potenziali vantaggi dell’inclusione di tali servizi nelle norme dell’UE, se si dispone dei diritti richiesti per i territori interessati”.
La consegna transfrontaliera, che non è obbligatoria ai sensi del regolamento, rimane un problema per i consumatori e riguarda il 50% delle transazioni di shopping online. I deputati esortano la Commissione e gli Stati membri a facilitare l’accesso dei consumatori ai servizi di consegna transfrontaliera dei pacchi e a sostenere una riduzione dei costi. Bisogna inoltre migliorare i metodi di registrazione e di pagamento online poiché nella loro forma attuale compromettono l’obiettivo delle norme di “fare acquisti come una persona del posto” (“shop like a local”).
Audiovisivo e sport
In risposta ai limitati miglioramenti nell’accesso transfrontaliero ai cataloghi online di contenuti audiovisivi e agli eventi sportivi dal vivo, per i parlamentari è importante modernizzare il settore audiovisivo per soddisfare le aspettative dei consumatori in termini di disponibilità, accessibilità, flessibilità e qualità dei contenuti. La richiesta è di una maggiore disponibilità transfrontaliera dei cataloghi e l’accesso transfrontaliero e la reperibilità degli eventi sportivi attraverso i servizi di streaming. In particolare, i deputati vogliono che la Commissione e gli Stati membri valutino attentamente tutte le opzioni per ridurre la prevalenza di barriere geo-bloccanti ingiuste e discriminatorie, considerando anche il potenziale impatto sui modelli di business esistenti e sul finanziamento delle industrie creative.
I deputati sostengono tuttavia che l’estensione del campo di applicazione delle norme al settore audiovisivo comporterebbe una significativa perdita di entrate nel settore, minaccerebbe gli investimenti in nuovi contenuti, ridurrebbe la diversità culturale dei contenuti, diminuirebbe i canali di distribuzione e, in ultima analisi, aumenterebbe i prezzi per i consumatori. Il Parlamento chiede pertanto di valutare ulteriormente l’impatto di un’inclusione dei servizi audiovisivi e chiede un calendario realistico per consentire al settore audiovisivo di adattarsi e garantire la conservazione della diversità culturale e della qualità dei contenuti.