Aiuto, mi si è ristretto il panettone (Foto Pixabay)

Aiuto, mi si è ristretto il panettone. Per chi avesse intenzione di presentarsi alla cena della Vigilia o al pranzo di Natale con un bel panettone o un pandoro in regalo, per aprirlo alla fine della tavolata con la famiglia e assaporare in compagnia il dolce delle feste… ecco, se la famiglia è numerosa, e i commensali golosi, mettete in conto che forse di panettoni o pandori ne serviranno più di uno. Perché le fette si sono ristrette. O meglio, sono diventate più leggere.

In vendita nei supermercati, infatti, oltre al formato tradizionale da 1 kg, si possono trovare scaffali e scaffali di pandori da 750 grammi e di panettoni che a prima vista sono come gli altri, ma a ben guardare (occhio alla confezione) pesano 850 grammi o 900 grammi. Non c’è inganno, il peso del pandoro e del panettone è stampato sulla scatola. Ma quanti consumatori se ne saranno accorti? Quanti hanno fatto la spesa, visto impilati uno sull’altro quei panettoni di indubbio richiamo e afferrato la confezione guardando sì al prezzo ma senza controllare fino in fondo la scatola? Abbiamo chiesto lumi al presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona.

 

 

Ormai, oltre al tradizionale formato da 1 kg, ci sono moltissimi formati da 750 grammi o versioni di dolci (panettone al cioccolato, panettoni con qualche farcitura particolare) che vanno da circa 850 a 900 grammi…

Si oramai le industrie si sono sbizzarrite. Anni fa trovavi i panettoni e i pandori solo da un chilo, poi sono arrivati quelli da 750 grammi. Quest’anno li trovi da 600, 800, 850, 900, insomma chi più ne ha più ne metta …

Queste pratiche rientrano nella shrinkflation? In realtà il peso è indicato sulla scatola, quindi il consumatore non è formalmente tratto in inganno, ma perché questi prodotti si sono “ridotti”?

Il peso è indicato, ma spesso è nascosto, messo nella parte inferiore della confezione. Il pandoro va sollevato per leggere il peso. Le persone, specie a Natale, non possono metterci una vita per fare la spesa andando a controllare, anche se noi glielo consigliamo lo stesso, il peso e la scadenza di ogni prodotto che acquistano. Il suggerimento è d’ora in poi di guardare sempre il prezzo al litro e al chilo, che però i supermercati scrivono a caratteri minuscoli. Abbiamo chiesto al legislatore di intervenire per porre rimedio a questa situazione, ma non ha fatto nulla. Andando avanti così troveremo confezioni di pasta da 499 grammi, 498, 497, 496 etc etc.

Queste pratiche rientrano nella shrinkflation se si ridimensiona il peso del prodotto per nascondere l’aumento del prezzo.

Si ha invece overpackaging quando l’ imballaggio è appositamente abbondante per ingannare il cliente sulle reali dimensioni del bene, che il consumatore non può sapere dal peso, atteso che ogni sostanza ha un suo diverso peso specifico. Insomma, il rischio è di portare un dolce per festeggiare un compleanno e fare una figuraccia.

L’overpackaging si abbina spesso alla shrinkflation, quando la confezione resta uguale nonostante la riduzione del peso, non dando l’idea al consumatore né della grandezza effettiva del prodotto né del rincaro. Abbiamo chiesto al legislatore nel ddl concorrenza di intervenire, stabilendo ad esempio che gli imballaggi non devono superare il 30% del loro contenuto. Un imballaggio eccessivo, inutilmente abbondante, è uno spreco ambientale, energetico, un costo aggiuntivo superfluo, anche per la collettività, visto che l’imballaggio è un rifiuto che deve essere poi smaltito. Purtroppo non ci hanno dato ascolto. Anche gli esposti all’Antitrust per pratica scorretta non hanno dato esito.

Ma è solo una questione di prezzo, ovvero: diminuisco il peso in modo da stare entro un range di prezzo accettato dai consumatori? O è una precisa strategia di marketing? E se sì, quale? Considerazione molto banale: se acquisto un pandoro o un panettone per una classica cena in famiglia a Natale, è quasi scontato che il formato da 750 grammi non basterà per tutta la famiglia se i componenti sono… più di tre o quattro!

Ci può essere un solo motivo per cui l’industria decide di fare un imballaggio eccessivo, visto che per loro rappresenta un costo maggiore: occultare la dimensione del bene per ingannare il consumatore, mascherando un aumento di prezzo. È questa la loro strategia di marketing. Questo naturalmente non ha a che vedere con una riduzione del peso ben evidenziato e non occultato dall’ overpackaging. In molti casi si va incontro alle esigenze delle diverse tipologie familiari, penso ad esempio ai single, evitando sprechi. Penso ai pandorini o ai panettoncini da 80 grammi. Ma ci deve essere sempre una logica. Che senso ha, invece, fare una bibita invece che da mezzo litro da 450 ml o un caffè da 225 grammi invece che 250? A chi giova?


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