Booking, Antitrust avvia istruttoria per presunto abuso di posizione dominante (Foto Pixabay)

Booking, Antitrust avvia istruttoria per presunto abuso di posizione dominante

L’Antitrust avvia un’istruttoria verso Booking per possibile abuso di posizione dominante nel mercato delle prenotazioni alberghiere online. Attuerebbe “una strategia per ridurre l’autonomia delle strutture alberghiere italiane nel definire i prezzi tra i canali di vendita online”

Presunto abuso di posizione dominante per Booking. È questa l’ipotesi cui sta lavorando l’Antitrust che ha avviato un’istruttoria nei confronti di Booking.com (Italia) S.r.l., Booking.com B.V. e Booking.com International B.V. “per accertare un presunto abuso di posizione dominante nel mercato dei servizi online di intermediazione e prenotazione di strutture alberghiere”, spiega una nota.

La segnalazione è stata fatta da Federalberghi e Aica – Associazione Italiana Confindustria Alberghi. Booking attuerebbe, spiega l’Antitrust, “una strategia per ridurre l’autonomia delle strutture alberghiere italiane nel definire i prezzi tra i canali di vendita online”. La conseguenza? “Effetti escludenti nel mercato dei servizi online di intermediazione e di prenotazione”. Ieri i funzionari dell’Autorità hanno svolto ispezioni nelle sedi di Booking.com (Italia) S.r.l., con l’ausilio del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza.

Booking leader dei servizi di prenotazione di alberghi

Il gruppo Booking, spiega il provvedimento dell’Antitrust, è leader nei servizi di intermediazione e prenotazione online di strutture ricettive e attraverso il sito web www.booking.com, disponibile in più di 43 lingue, attraverso il quale si può accedere a oltre 28 milioni di alloggi in tutto il mondo.

Sempre nel provvedimento l’Antitrust rileva la posizione di “assoluto rilievo” di Booking sul mercato. Secondo un’indagine Hotrec del 2019 Booking è l’operatore dominante in molti paesi europei, intermediando in media circa il 68% delle prenotazioni alberghiere effettuate tramite OTA (Online Travel Agency, agenzie di viaggio online). In Italia questa quota è di circa il 70%.

L’Antitrust spiega che, dal punto di vista dei consumatori, “la caratteristica più importante dei servizi di intermediazione di una OTA è la possibilità di confrontare le offerte di più strutture, in termini di caratteristiche e prezzo, numero di recensioni (verificate) e valore dei giudizi medi dati da utenti che hanno già pernottato nella struttura. Tale funzionalità consente al consumatore una significativa riduzione dei costi di ricerca”.

Dal punto di vista invece di alberghi e strutture ricettive, la piattaforma di un’OTA “consente, soprattutto a quelle non dotate di sufficienti competenze e risorse finanziarie, di raggiungere un numero di potenziali clienti infinitamente superiore rispetto a quello realizzabile attraverso il proprio sito web e di servire gruppi di consumatori o mercati geografici che sarebbero altrimenti irraggiungibili”.

Focus sulla strategia di Booking

Gli albergatori italiani, scrive l’Antitrust, “hanno lamentato una complessa strategia di Booking, volta a limitare l’autonomia delle strutture ricettive nella determinazione delle condizioni commerciali al cliente, attraverso, tra l’altro, l’applicazione di sconti – visibili sulla piattaforma – unilateralmente praticati da Booking sul prezzo della stanza, e la richiesta di commissioni sempre più elevate per migliorare il proprio posizionamento nei risultati di ricerca sulla piattaforma, senza la possibilità di verificarne l’effettiva corrispondenza”.

Il Programma Partner Preferiti, spiega l’Antitrust, “è un servizio facoltativo che Booking offre alle strutture per migliorarne la visibilità nei risultati di ricerca di Booking (c.d. ranking) e aumentare le loro possibilità di guadagno attraverso la piattaforma “in cambio di un piccolo aumento della commissione””.

Fra i requisiti da rispettare per aderire al programma, oltre ad esempio al punteggio delle recensioni (bisogna avere almeno 7 su 10), c’è che “la struttura risulti “competitiva”, in quanto applica su Booking un prezzo pari o inferiore a quello praticato sul sito delle altre OTA o sul proprio sito”.

Il migliore 10% delle strutture partner può accedere a un programma ulteriore di miglioramento del ranking che prevede una commissione più alta e pari al 23%.

Booking, Antitrust: “Strategia idonea a ostacolare concorrenza”

Perché dunque l’istruttoria su Booking?

L’Antitrust spiega che “Booking conferirebbe alle strutture alberghiere che fanno parte del Programma Partner Preferiti (e della sua estensione Preferiti Plus) vantaggi in termini di visibilità della propria offerta nei risultati di ricerca, a fronte di commissioni più elevate e dell’impegno a offrire su booking.com prezzi “competitivi”, ovvero non più elevati di quelli che le strutture applicano sul proprio sito o sulle piattaforme di altre agenzie di viaggio online (c.d. OTA). Al contempo, quando riscontra, all’esito di un monitoraggio capillare e sofisticato, che una struttura offre prezzi migliori su altri siti online, Booking si riserva la possibilità di applicare, senza il consenso delle strutture, uno sconto (il c.d. Booking Sponsored Benefit) per allineare l’offerta di booking.com alla migliore tra quelle disponibili online”.

Per l’Antitrust questa complessiva strategia “sembra idonea ad ostacolare lo svolgimento di una concorrenza effettiva nel mercato, quantomeno nazionale, dei servizi online di intermediazione e prenotazione alberghiera, a danno di altre OTA con effetti negativi sulle strutture ricettive e, in ultima analisi, sui consumatori in termini di maggiori prezzi e minore scelta nei servizi di intermediazione e prenotazione online”.


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