Con il via libera al decreto fiscale, convertito in Legge a novembre, sono state approvate anche le misure riguardanti lo stop a Equitalia e la rottamazione delle cartelle. Secondo Federcontribuenti la manovra presenta alcune criticità, affermando che ”solo un contribuente ogni 4 riesce a rottamare, escluse quasi tutte le PMI”.

Federcontribuenti spiega che i piccoli e medi imprenditori hanno accumulato debiti tali da impedirne il pagamento in 5 rate, una situazione che coinvolge il 90% degli imprenditori. “Questo”, ha sottolineato, “è dovuto anche e soprattutto al mancato recepimento da parte del governo e di Equitalia dell’ultima sentenza della Corte di Cassazione che determina in 5 anni la prescrizione dei contributi previdenziali andati a debito ed è, infatti, da sempre l’INPS a pesare sulle spalle di tutti i liberi professionisti”.

“Nei correttivi quindi il governo è chiamato ad inserire, affinché la rottamazione abbia gli effetti desiderati e non crei sacche di ingiustizia o disparità di trattamento, l‘eliminazione dalle cartelle iscritte a ruolo di tutte quelle somme non dovute perchè andate prescritte, ma anche tutte quelle somme a debito decadute perchè annullate con sentenze passate in giudicato”. Continua l’associazione. “Dobbiamo interrompere il corto circuito fiscale e ridare corrente alle attività produttive; finora abbiamo strozzato tutte le categorie di lavoro tranne quelle che hanno potuto godere di percorsi internazionali tali da spostarne la domiciliazione fiscale e bancaria in paradisi fiscali, lasciando le nostre imprese affogare sotto una sleale concorrenza; un carico fiscale dove tutto fa reddito, anche lo strumento acquistato per lavorare, e senza nessuna tutela o contributo ma anzi, pignorando ogni diritto con il risultato di polverizzare posti di lavoro creando enormi disagi sociali”.

Per Federcontribuenti oltre alla revisione del DL sulla rottamazione delle cartelle esattoriali occorre mettere concretamente mano al carico fiscale, ”le imposte locali sommate alle nazionali assorbono il 70% dei redditi, questo vìola il diritto di ogni contribuente. La colpa è da attribuirsi alle politiche fiscali amichevoli con chi ha evaso o traghettato all’estero ingenti capitali lasciando ai pochi e piccoli contribuenti il peso di tutto uno Stato. Dobbiamo spalmare più equamente le tasse e aiutare chi crea sviluppo e occupazione”.


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