Nel 2012 le banche italiane hanno investito in ICT circa 4,3 miliardi di euro (stima per il 2012), sostanzialmente in linea con la spesa in tecnologia del 2011 (circa 4,5 miliardi). E’ quanto emerge dall’ottava edizione del rapporto sui trend del mercato ICT per il settore bancario di ABI Lab, il Consorzio per la Ricerca e l’Innovazione per la banca promosso dall’Abi secondo cui il 43% dei progetti d’investimento ritenuti prioritari dalle banche italiane riguarda i processi interni e i canali di accesso ai servizi.
Per quanto riguarda i canali, la parola d’ordine per le banche è “integrazione”, sia attraverso l’ulteriore potenziamento dei servizi di mobile e internet banking sia tramite la realizzazione di nuove piattaforme e di sportelli automatici sempre più evoluti. Sul fronte della maggiore efficienza dei processi interni, invece, gli investimenti sono finalizzati soprattutto a dematerializzare e a rendere più snelli ed efficienti processi e back office.
Un altro 27% dei progetti ritenuti prioritari dalle banche è dedicato alla compliance, il 18% allo sviluppo delle telecomunicazioni e dei sistemi informativi e il 12% riguarda i diversi aspetti della sicurezza, in particolare quella dei canali remoti. Sul fronte della compliance, gli investimenti maggiori riguardano l’allineamento ai requisiti di Basilea3, l’adeguamento alla disciplina contabile e fiscale e alla normativa antiriciclaggio, l’implementazione delle direttive europee (PSD e MIFID) e le attività di business continuity e disaster recovery.


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