Non piacciono la riduzione degli incentivi sul fotovoltaico e il registro degli impianti. Continuano a far discutere i due provvedimenti sulle energie rinnovabili presentati dal Governo. Su un fronte ci sono le aziende produttrici di fotovoltaico, come Enerpoint, top player del mercato fotovoltaico italiano, il cui presidente e Ad Paolo Rocco Viscontini commenta: “Il testo presentato rappresenta un duro colpo al  fotovoltaico che rischia di vanificare gli investimenti fatti in un settore ad alto contenuto innovativo e in cui l’Italia è protagonista a livello mondiale”.
Il Quinto Conto Energia, spiega Viscontini, “parte da una fredda analisi dei costi, senza valutare correttamente tutti i benefici che il fotovoltaico sta portando al sistema Paese in un momento così difficile. Solo per citare alcuni numeri: 100.000 impiegati con una forte presenza giovanile; 3% del fabbisogno energetico nazionale coperto nel 2011 che supererà il 5% nel 2012; un gettito fiscale per lo Stato superiore a 20 miliardi di euro in 20 anni; 6,5 tonnellate di CO₂ evitate in atmosfera che hanno permesso di non pagare le salate sanzioni previste dai vincolanti obiettivi di Kyoto”. Ancora: il registro sopra i 12 kWp “introduce un eccesso di burocrazia che comporta un aumento di costi e incertezza che limiteranno fortemente lo sviluppo del fotovoltaico”. Da qui l’appello all’intervento della Conferenza Stato Regioni.
Preoccupata è anche Confagricoltura, per la quale i decreti rischiano di frenare lo sviluppo delle agroenergie. “I due schemi di decreto sull’incentivazione della produzione elettrica da fonti rinnovabili presentati ieri dal Governo rischiano di soffocare lo sviluppo delle agroenergie”, afferma l’organizzazione, precisando di aver sempre “valutato con attenzione la necessità di prevedere misure per contenere l’onere in capo al consumatore elettrico, ritenendo peraltro indispensabili interventi volti a legare l’ulteriore sviluppo delle rinnovabili all’efficienza degli impianti, ad una maggiore competitività del settore industriale, al fine di diminuire i costi di investimento ed accelerare la creazione di filiere industriali nazionali”.
“I decreti – commenta Confagricoltura – nel raggiungere questi obiettivi, oltre a dimenticarsi di tutti i benefici ambientali, economici e sociali prodotti dalle rinnovabili, sembrano avere come unico obiettivo la drastica riduzione degli incentivi e l’introduzione di una serie di ostacoli burocratici”.


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