Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso che Acea energia aveva presentato avverso la sanzione comminatale dall’Antitrust a dicembre del 2011. Il giudice amministrativo ha ribadito la necessità di un livello di diligenza “rafforzato” da parte di aziende che operano nel settore della fornitura dell’energia elettrica ed il gas, caratterizzato da un processo di liberalizzazione che deve comunque consentire una scelta consapevole ed informata tra le diverse offerte commerciali: non è sufficiente, a tale riguardo, la sola applicazione delle regole stabilite dall’Autorità per l’energia elettrica ed il gas, ma occorre fare riferimento anche alle più ampie tutele previste dal codice del consumo. Il Tar ha concordato anche sull’inadeguatezza dei meccanismi di controllo dell’attività degli agenti e sugli ostacoli posti al diritto di recesso degli utenti. In conclusione, il giudice ha confermato le sanzioni pecuniarie e l’obbligo di pubblicazione di un estratto della pronuncia dell’Agcm su due quotidiani, al fine di “impedire che le pratiche commerciali scorrette continuino a produrre effetti”, condannando Acea energia anche al pagamento delle spese.
L’Antitrust aveva comminato una sanzione dell’importo complessivo di 500 mila euro ad Acea Energia Spa. Oggetto della contestazione due pratiche commerciali scorrette poste in essere dalla società, l’attivazione non richiesta di fornitura di energia elettrica e di gas naturale.
 Per leggere altri esempi di pratiche commerciali scorrette nel settore dell’energia, è possibile visitare il sito di Assoutenti.  


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