I Comuni fanno i conti con i tagli del Governo e cercano nuove strade per affrontare la crisi economica che attanaglia il paese. Molti sono costretti ad introdurre nuove tasse che vanno ad aggravare la difficile condizione dei consumatori ma anche degli imprenditori. Una di queste è la tassa di soggiorno, che a Perugia dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio 2013 e che sta suscitando proteste fra le associazioni di categoria. Nei giorni scorsi sono arrivate sul tavolo del sindaco 500 firme per ribadire la contrarietà a questo provvedimento.
Quando nel marzo 2011 il decreto legislativo nr. 23 concesse la possibilità per i comuni capoluogo di provincia di istituire, con delibera del Consiglio Comunale, un’imposta di soggiorno che vedrebbe pagare al turista 1 euro in più per ogni stella assegnata alla struttura alberghiera che lo ospiterà, fino quindi ad un massimo di 5 euro a notte, a Perugia, città che vede nel turismo una delle sue principali fonti di guadagno, il Consiglio Comunale ha deliberato in favore di tale provvedimento. Nell’aprile scorso, infatti, è stata approvata la cosiddetta tassa di soggiorno che, con emendamento del Sindaco, dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio 2013. Questo ha suscitato da subito l’ira delle associazioni di categoria e degli imprenditori che fin dal primo momento hanno ribadito con forza la loro posizione di netta contrarietà al provvedimento.
Così lo scorso 13 settembre le associazioni di categoria Federalberghi-Confcommercio, Confindustria e Confesercenti, insieme ad un gruppo di imprenditori, sono stati così ricevuti dal sindaco Wladimiro Boccali e dall’Assessore al Bilancio Luisa Mercati e hanno consegnato nelle loro mani 500 firme, raccolte fra titolari e dipendenti di strutture ricettive, contro l’introduzione dell’imposta. Non uno sterile “no”, ma una contrarietà supportata dai dati non certo confortanti dell’industria del turismo in Italia e in particolare nella Regione Umbria: nei sette mesi gennaio-luglio 2012 il movimento turistico è calato vertiginosamente con un -5,48% sui dati delle presenze, all’interno del quale si conta un -7,16% delle presenze straniere. 
Gli albergatori non intendono rischiare ulteriori perdite dopo un’annata disastrosa come questa che stanno vivendo: tutto il 2012 è stato segnato infatti da una cifra negativa sia in termini di presenze (rispetto ai primi 8 mesi del 2011 si è registrata una perdita del 2,6%) che in termini di fatturato.
Essi si dicono decisamente contrariati anche per le modalità con cui tale imposta andrebbe pagata: secondo la delibera, infatti, il soggetto responsabile degli obblighi tributari è il gestore della struttura ricettiva presso la quale sono ospitati coloro che sono tenuti al pagamento dell’imposta. Se la somma riscossa al termine del soggiorno non verrà versata al Comune di Perugia entro 15 giorni dalla fine di ciascun trimestre, il gestore andrà incontro ad una serie di sanzioni amministrative di diversa natura.
Gli albergatori quindi urlano forte e chiaro il loro “no”, certi che nel territorio verrà oltretutto creato un disequilibrio dovuto al fatto che i turisti emigreranno in comuni esenti dalla tassa di soggiorno.

di Valentina Meli

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