Ogni anno circa l’1% del Prodotto Interno Lordo di prodotti alimentari finisce nella spazzatura. Tradotto in euro si parla di 16 miliardi di cibo commestibile di cui non si sa che fare e che genera, tra le altre cose, una mole di rifiuti che gli stessi commercianti ed esercenti faticano a smaltire (tra il 30 e il 50 % in più nell’ultimo anno). In base ai dati di un sondaggio condotto da Confesercenti tra i suoi iscritti, risulta che il settore della distribuzione commerciale, esclusa quindi la ristorazione ed il servizio bar, produce ogni anno eccedenze alimentari invendute per un valore di circa 1.450.000 euro. Di questi, circa 518 milioni di euro sono accreditabili agli oltre 95mila negozi della distribuzione tradizionale alimentare attualmente attivi in Italia. A questi, andrebbero sommati anche i circa 700 milioni di euro in beni alimentari recuperabili attraverso il protocollo dai 201.400 ristoranti italiani. In totale, dunque, ci sarebbe 1 miliardo e 218 milioni di euro di eccedenze alimentari prodotte dalle Pmi del commercio e della ristorazione.

A questa situazione cerca di porre rimedio l’alleanza che Confesercenti porta avanti con Last Minute Market, la società spin-off dell’Università di Bologna che sviluppa progetti “anti-spreco” a livello territoriale. Un vero e proprio patto di collaborazione tra queste due realtà che punta favorire la donazione di cibo, valorizzare le eccedenze, il ruolo degli esercizi di vicinato e rafforzare la solidarietà. Il protocollo di intesa è stato formalmente firmato oggi nel corso di una conferenza stampa e comincerà ad essere attivo dal mese di gennaio, in via sperimentale nella sola regione Emilia-Romagna e poi in tutte le altre regioni che vogliano collaborare.

Il segretario generale di Confesercenti, Mauro Bussoni, spiega come funzionerà nel concreto il progetto: “Commercianti ed esercenti, che siano o no nostri associati, potranno accedere ad una piattaforma web (web app) che permetterà ai negozi, gratuitamente, in alcune giornate e in determinate fasce orarie, di offrire con sconti i prodotti alimentari ai consumatori, che potranno approfittarne”. Il restante invenduto che dovesse ancora avanzare, potrà essere redistribuito presso enti ed associazioni solidali accreditate del territorio. “Ed infine”, conclude Bussoni, “l’elaborazione di un doppio piano informativo: best practices per gli imprenditori e un decalogo per i consumatori per evitare lo spreco a casa e fuori”.

In una società come quella italiana”, commenta Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori, “che vede crescere la povertà soprattutto tra i minori, lo spreco alimentare diventa inammissibile sul piano etico, prima ancora che su quello economico. Per questo deve essere una priorità del Governo e di tutti gli operatori del settore fare in modo che non si parli più di spreco, bensì di risorse redistribuite nel circuito della solidarietà. Noi, come associazione di consumatori faremo tutto il possibile perché si parli di questa iniziativa e si sensibilizzi una sempre più grande adesione”.

L’iniziativa di Confesercenti e Last Minute Market arriva dopo tre mesi dall’approvazione della legge 166/2016 su “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”. La relatrice della legge, Maria Chiara Gadda, sottolinea che “L’Italia è il primo paese europeo a dotarsi di una normativa organica in materia di recupero delle eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale. Il provvedimento ha lo scopo di agevolare ed incentivare la donazione di prodotti, sicuri dal punto di vista igienico sanitario e perfettamente consumabili, che rischiano altrimenti di diventare spreco”. Ma la legge è solo uno strumento, “Per raggiungere questi importanti obiettivi è necessaria una forte sinergia tra tutti gli attori coinvolti: imprese, associazioni di volontariato, così come istituzioni ed enti territoriali”.

Il merito della legge, commenta Andrea Segré, fondatore di Last Minute Market, “è quello di aver permesso alle esperienze positive che già esistevano di mettersi in rete. Nell’economia del dono, la relazione che si crea tra chi dona e chi riceve è dunque in grado di creare valore al pari di un sistema economico tradizionale”.


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