Emirati arabi uniti, Arabia Saudita e Yemen: transitano da qui le principali rotte per le spedizioni di prodotti falsi diretti in Africa. Albania, Egitto, Marocco e Ucraina sono i quattro punti di transito usati per inviare falsi destinati all’UE, mentre Panama è un importante punto di transito per i falsi in rotta verso gli Stati Uniti. Nel complesso, in traffico di merci false ha sviluppato un valore delle importazioni pari a 461 miliardi di dollari nel periodo tra il 2011 e il 2013.

Nello spazio dell’Unione Europea, questo genere di traffici ha generato importazioni per 85 miliardi di dollari coinvolgendo le più diverse tipologie di prodotti: 21 miliardi valgono le importazioni di apparecchiature elettroniche e elettriche; 6 miliardi quelle di dispositivi ottici, fotografici e medici; 5 miliardi l’abbigliamento e i tessuti e altri 5 miliardi di prodotti farmaceutici. L’elenco potrebbe continuare, naturalmente.

A seguire le piste dei trafficanti di prodotti contraffatti ci ha pensato la relazione dell’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale elaborata dall’EUIPO e dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE).

“La relazione mostra la complessità e l’estensione delle rotte commerciali internazionali di prodotti contraffatti e usurpativi nel mondo. Gli studi svolti in passato hanno dimostrato che in pratica qualsiasi prodotto o marchio è suscettibile di contraffazione. La relazione mette in evidenza i mezzi con cui è possibile trasportare i falsi da una parte all’altra del mondo”, commenta il Direttore esecutivo dell’EUIPO, António Campinos.

Dalla relazione si evince anche che le organizzazioni criminali nell’UE coinvolte nella distribuzione dei prodotti contraffatti ricorrono principalmente a fabbricanti esteri, per poi organizzare all’interno dell’Unione l’importazione, il trasporto, lo stoccaggio e la distribuzione di tali prodotti. La maggior parte dei prodotti contraffatti proviene dalla Cina: lo sviluppo della «via della seta» e il corrispondente aumento dell’uso del trasporto ferroviario e marittimo tra la Cina e l’UE favoriscono anche l’emergere di nuove minacce nel panorama dei reati perpetrati ai danni dei DPI.

Diverse economie asiatiche quali India, Thailandia, Turchia, Malaysia, Pakistan e Vietnam, si annoverano quali grandi produttori in molti settori, anche se il ruolo che svolgono è di gran lunga meno significativo rispetto a quello della Cina. Inoltre, la Turchia rappresenta un importante produttore di articoli falsi in alcuni settori — come pelletteria, alimenti e cosmetici — che vengono poi spediti nell’UE.

Il 71% dei prodotti contraffatti sequestrati in Ue sono spediti per posta ordinaria o tramite corriere. Alcuni contraffattori, tuttavia, fabbricano direttamente all’interno dei confini dell’UE usando etichette e imballaggi falsi importati da paesi terzi.

I prodotti contraffatti sono distribuiti sempre più sui mercati online. I prodotti venduti su Internet sono generalmente distribuiti in piccoli colli spediti per posta ordinaria e mediante servizi di consegna espressa, spesso direttamente al cliente. È stato osservato anche un ruolo crescente delle tecnologie nell’ambito dei reati contro i DPI.

Il direttore per il governo pubblico dell’OCSE, Rolf Alter, ha dichiarato: “Oltre ad apportare immensi benefici in tutto il mondo, la globalizzazione crea purtroppo anche opportunità per le reti criminali di trarre vantaggio dal commercio illecito di prodotti contraffatti a spese di consumatori, imprese e governi. L’unica risposta è una più stretta collaborazione tra le agenzie nazionali delle dogane, le agenzie di contrasto, le organizzazioni internazionali, le aziende e i consumatori”.

 

Notizia pubblicata il 22/06/2017 ore 17.07


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1 thought on “Contraffazione, OCSE: ecco la mappa delle rotte internazionali del falso

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