Nel 2013 l’ammontare di debiti da recuperare ha sfiorato i 49 miliardi di euro (per la precisione 48,6); un valore che è triplicato rispetto al 2007 ed è aumentato del 13% sul 2012. Purtroppo il peggio non è passato perché per quest’anno si stima un ulteriore aumento tra l’8 e l’11% dei volumi che potrebbero superare quota 50 miliardi. E’ la fotografia scattata dal IV Rapporto di Unirec, presentato oggi a Roma. L’Unione Nazionale delle imprese a tutela del credito cerca di fare luce su quello che è, ormai, un pezzo importante della nostra economia e cioè il settore del recupero crediti. Sono 39 milioni le pratiche gestite nel 2013 e solo 4 procedimenti du 10 sono andati a buon fine, riuscendo a recuperare appena 9,5 miliardi di euro, cioè il 19,6% del totale (i famosi 49miliardi). A fare la parte del leone sono le famiglie, che compaiono nell’86% delle pratiche di recupero crediti: tra rate del mutuo e montagne di bollette da pagare sono sempre più in difficoltà a saldare i loro debiti.
“C’è molta più difficoltà a recuperare i crediti e questi dati – spiega il Presidente di Unirec Gianni Amprino – sono il segnale concreto della spirale negativa che ha travolto il nostro Paese”. Ma la giornata di oggi ha sottolineato proprio la funzione sociale del recupero crediti: l’economia si fonda sul debito, che è l’altra faccia del credito, quindi non è possibile eliminarlo del tutto, ma bisogna gestirlo nel migliore dei modi.
Analizzando da vicino le pratiche di recupero crediti si scopre che sono aumentate del 23%, in un solo anno, le bollette insolute per servizi di prima necessità, quali luce, acqua, gas e telefono che rappresentano il 37% del totale delle pratiche. Il 60%, e cioè oltre 29 miliardi di euro, riguarda invece rate ancora non pagate di prestiti concessi per l’acquisto di beni di largo consumo, mutui, scoperti di conti bancari, carte di credito revolving e canoni di leasing.
La metà dei crediti da recuperare, affidati alle società, è concentrata in 4 Regioni: Sicilia, Campania, Lombardia e Lazio. La maglia nera del recupero va alla Calabria, con appena il 37% delle pratiche andate a buon fine, seguita dalla Campania con il 38%. Le Regioni più virtuose sono il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige dove si recupera la metà dei crediti affidati.
Come abbiamo detto all’inizio, le famiglie compaiono in quasi 9 pratiche su 10, con un debito medio di 1.196 euro, mentre le imprese pesano per il 14% dei procedimenti con una media di 1.568 euro da saldare. La situazione economica del Paese è sempre più difficile e le prospettive non fanno ben sperare con il tasso di disoccupazione che resta elevato e la crisi di liquidità che non molla la morsa sulle imprese. Dai dati che inquadrano l’atteggiamento degli italiani verso il debito, emerge che il 93% dei cittadini è convinto che bisogna sempre pagare i propri debiti. Ma in alcuni casi, ad esempio se se si perde il lavoro, come si fa?
Interessante a tal proposito l’articolo pubblicato oggi sul Sole 24 Ore dal titolo “Cercasi moroso ostinatamente: una giornalista ha accompagnato l’addetta di una società di recupero crediti durante la sua giornata di lavoro. “Una caccia al tesoro tra citofoni muti, telefoni che squillano a vuoto, interlocutori rassegnati che hanno fatto il passo più lungo della gamba o che la crisi ha trasformato in insolventi loro malgrado”. Insomma c’è di tutto: da chi non riesce a pagare le bollette della luce perché ha perso il lavoro o perché la sua impresa è in crisi, a chi ha “saltato” 12 rate del mutuo e non si fa trovare, da chi ha ottenuto un prestito ma non può più pagare perché aveva un contratto di lavoro a termine a chi promette di iniziare presto a saldare il proprio debito.
Sicuramente in questo marasma di crediti e debitori si nasconde chi non è riuscito a fare le giuste valutazioni sulle sue possibilità economiche o, peggio ancora, chi cerca di fare il furbo. E’ per questo che il settore del recupero crediti è un settore cruciale in questo momento, su cui si regge una parte importante di tutta l’economia del Paese. Ed è per questo che il settore si è messo attorno a un tavolo insieme alle Associazioni dei consumatori con cui ha voluto scrivere alcune regole affinché le pratiche siano più trasparenti possibili.
La giornata di oggi è stata, infatti, anche l’occasione per presentare il Forum Unirec- Consumatori, cui partecipano le aziende associate e Adiconsum, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, Movimento Consumatori e Movimento Difesa del Cittadino. Il ruolo delle Associazioni dei consumatori è fondamentale perché sono loro che hanno il polso della situazione e sono in grado di fare una selezione tra il debitore onesto e quello che ce l’ha per vizio e vuole farla franca. Grazie alla loro azione di filtro si può arrivare a gestire il fenomeno in modo più trasparente ed efficace, cercando da un lato di non vessare il consumatore e dall’altro di trovare soluzioni veloci ed efficienti. 
IMAG0727A volte, infatti, ci può essere il rischio di essere forti con i deboli e deboli con i forti, per la logica del “too Big too fail” che porta a favorire e supportare i grandi debitori, che non possono fallire perché creerebbero un effetto domino. E questo va a discapito dei consumatori che hanno piccoli debiti, su cui si scatena di tutto di più. “Spesso nel settore del recupero crediti si sono create situazioni del genere perché non c’è stato dialogo e non si è considerato il grando di corresponsabilità tra il committente (l’azienda) e la società che fa il recupero – ha spiegato Pietro Giordano, presidente di Adiconsum – Il Forum è fondamentale per questo: dobbiamo dialogare in tre e cercare regole comuni per evitare che a rimetterci sia l’utente finale”.
“Dobbiamo considerare anche il contesto in cui ci troviamo – ha aggiunto Francesco Luongo, vicepresidente del Movimento Difesa del Cittadino – Oggi il consumatore è già perseguitato da Equitalia e non può essere sottoposto ad altre pressioni. Noi abbiamo il compito di analizzare ogni situazione, ma le regole devono valere per tutti. E’ chiaro che bisogna aiutare i cittadini onesti che si trovano in situazioni difficili e far emergere i furbi che normalmente riescono a farla franca proprio dove non ci sono regole. Con una filiera chiara e trasparente questo non può succedere”.
Già dal 2004 Unirec cerca di identificare divulgare le Buone Prassi e l’anno scorso ha realizzato la Guida del Consumatore, strumento utile a chi si trova ad affrontare un debito, anche di piccola entità. Il Forum si inserisce in questo quadro e, attraverso il dialogo e la collaborazione, promuoverà iniziative rivolte ai consumatori, dirette a:

  • monitorare il rapporto, le attese e la soddisfazione dei consumatori nei confronti dei servizi di gestione e recupero crediti;
  • consentire scelte consapevoli da parte dei consumatori, anche tramite iniziative di informazione e educazione sui temi del recupero crediti e dell’indebitamento;
  • stimolare la riflessione sulla funzione economico-sociale del recupero crediti;
  • attivare idonei strumenti di conciliazione fra consumatori ed aziende di gestione e recupero crediti in caso di contenzioso.

di Antonella Giordano (@Anto_Gior)


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