
Milano_flash mob di Legambiente Ci siamo rotti i polmoni
Ci siamo rotti i polmoni! Oggi il flash mob: stop all’inquinamento atmosferico
In Italia nel 2019 ci sono stati quasi 50mila decessi prematuri causati dall’inquinamento dell’aria da particolato (PM 2,5). Parte oggi, da sei capoluoghi italiani, la mobilitazione “Ci siamo rotti i polmoni!”, per dire “basta emissioni inquinanti adesso!”
Nelle città di Torino, Milano, Bologna, Roma, Napoli e Bari, gruppi di attivisti di Legambiente, indossando maschere antigas, hanno simulato una realtà non troppo lontana: uno scenario del prossimo futuro, se le emissioni inquinanti nelle città italiane non verranno immediatamente e drasticamente ridotte. CI SIAMO ROTTI I POLMONI! È lo slogan del flash mob organizzato dall’associazione ambientalista nell’ambito della Clean Cities Campaign.
Una campagna europea sostenuta da un cartello di associazioni dell’Unione Europea, che punta al miglioramento radicale della qualità dell’aria attraverso stili di mobilità più sostenibile, alla ridistribuzione dello spazio urbano in favore delle utenze deboli e alla conversione dei trasporti all’elettrico. L’obiettivo, dunque, è una mobilità a zero emissioni per le principali città italiane entro il 2030.
Il flash mob di oggi è il punto di partenza di una grande mobilitazione, che vedrà protagonisti i Circoli di Legambiente su tutto il territorio nazionale, accanto ad altre associazioni, comitati e cittadini, e che culminerà a febbraio con un’iniziativa itinerante nei principali capoluoghi italiani, per fare il punto su quanto si sta facendo per far fronte all’emergenza della qualità dell’aria nei centri urbani.
Ci siamo rotti i polmoni! Inquinamento atmosferico e decessi
Tutte le città interessate nella campagna Clean Cities durante il 2021 hanno avuto problemi di inquinamento atmosferico che stanno mettendo a rischio la salute dei cittadini.
Infatti le medie annuali per il PM10 – registrate in tutte le centraline urbane di fondo o di traffico presenti in città – vedono tutti capoluoghi superare i nuovi limiti suggeriti dall’OMS per questo inquinante, 15 microgrammi/metro cubo come media annuale.
La media (calcolata come media di tutti i valori medi delle centraline presenti nella città) di Milano è di 30 microgrammi/mc, 2 volte sopra il valore suggerito dall’OMS, seguita da Torino con 29, Roma con 24, Napoli e Bologna con 23 e Bari 22.
La situazione dell’inquinamento atmosferico più acuta si è registrata a Milano e Torino e Napoli, che hanno anche superato, con almeno una centralina di monitoraggio, il limite di 35 giorni con una media superiore a 50 microgrammi metro cubo: Milano Marche con 45 giorni di superamento, Torino Grassi con 55 e Napoli Ferrovia con 40.

Tanti i decessi dovuti all’inquinamento atmosferico. L’Agenzia europea per l’ambiente (Eea) ha stimato, sulla base delle indicazioni dell’OMS, che in Italia nel corso del 2019 ci sono stati 49.900 decessi prematuri causati dall’inquinamento da polveri sottili (Pm 2,5). Mentre il biossido d’azoto può essere ritenuto causa di 10.640 decessi, decisamente meno quelli per l’ozono, 3.170.
Impietoso il confronto con l’Europa: il 17% dei morti per inquinamento è infatti italiano (uno su 6). Una percentuale altissima considerato che gli italiani rappresentano appena il 13,5% della popolazione dei 27 Paesi dell’Unione. Siamo il Paese dove si registrano più decessi per inquinamento da biossido d’azoto (NO2) – spiega Legambiente – il doppio degli anni di vita persi: 180 anni ogni 100mila abitanti, contro i 99 della media dell’Unione.
“Il PNRR ha imposto investimenti nel trasporto pubblico e anche gli investimenti nella rigenerazione urbana possono andare nella stessa direzione, puntando alla costruzione di embrioni di smart cities che si orientino verso la mobilità a zero emissioni e la mobilità on demand – dichiara Stefano Ciafani presidente di Legambiente. – Stiamo purtroppo andando nella direzione sbagliata: a fine 2020 abbiamo avuto 300 mila auto su strada in più del 2019 e 340 mila abitanti in meno, mentre tra il 2020 e il 2021 il Paese ha speso più di 2 miliardi di euro in bonus auto, e questo non ha agevolato la mobilità elettrica. I nuovi limiti di esposizione fissati lo scorso settembre dall’OMS impongono a tutti i capoluoghi una seria revisione delle proprie strategie e un’accelerazione senza precedenti”.
Come ridurre l’inquinamento atmosferico?
Legambiente spiega, dunque, alcune delle strategie che si possono adottare per ridurre l’inquinamento atmosferico nelle città, come, ad esempio, cominciare a bloccare gli euro4 diesel, investire sul Trasporto Pubblico Locale, incrementando le flotte con mezzi elettrici, con un’azione integrata con la sharing mobility e creando intermodalità del servizio.
E, ancora, ridisegnare lo spazio pubblico puntando alle città in 15 minuti, in modo che i cittadini possano trovare entro 15 minuti a piedi da casa tutto quello che gli serve per vivere.