
Donne in Europa, la Commissione lancia la strategia per la parità di genere
La Commissione europea ha lanciato la strategia per la parità di genere per i prossimi cinque anni. Obiettivo: stop violenze, parità nel lavoro, equilibrio di genere nei ruoli guida
Donne che guadagnano meno degli uomini. Donne che raramente arrivano al vertice, sfondando il soffitto di cristallo, nonostante competenze e capacità. Donne ancora oggetto di violenza e molestie. Tante, troppe, se si considera che nella civile Europa oltre un terzo delle donne ha subito violenze fisiche o sessuali e oltre la metà è stata molestata. È in questo contesto che la Commissione europea ha lanciato la sua strategia per la parità fra donne e uomini in Europa.
«Malgrado l’UE sia un leader globale nella parità di genere e abbia compiuto notevoli progressi negli ultimi decenni, la violenza e gli stereotipi di genere persistono: una donna su tre nell’UE ha subito violenze fisiche e/o sessuali – ha ricordato ieri Bruxelles – Le laureate superano numericamente i laureati, ma guadagnano in media il 16% in meno degli uomini; le donne rappresentano appena l’8 % degli amministratori delegati nelle principali imprese dell’UE».
Per la parità fra uomini e donne
Così la Commissione ha lanciato la strategia per la parità di genere 2020-2025 che delinea le azioni principali da intraprendere nei prossimi 5 anni. L’impegno è anche quello di includere una prospettiva di uguaglianza in tutti i settori di azione dell’Unione.
«La parità di genere è un principio fondamentale dell’Unione europea, ma non ancora una realtà», ha ricordato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen per la quale «impiegare soltanto la metà della popolazione, la metà delle idee e la metà dell’energia non è sufficiente. La strategia per la parità di genere intende accelerare e incentivare i progressi verso la parità tra uomini e donne».
Finora nessuno Stato membro dell’UE ha realizzato la parità tra donne e uomini. Ci sono progressi troppo lenti, differenze e divari di genere che rimangono.
Nella strategia dell’Europa c’è la volontà di porre fine alla violenza di genere, di garantire parità di partecipazione e possibilità nel mercato del lavoro e di avere equilibrio di genere a livello di guida economica e politica.

Molestie e stereotipi
I dati ricordati dalla Commissione dicono che, nell’Unione europea, il 33 % delle donne ha subito violenze fisiche o sessuali e il 55 % ha subito molestie sessuali. Da qui la richiesta di un’armonizzazione giuridica sulla violenza contro le donne, anche online.
«Le donne in Europa devono essere libere dalla violenza e dagli stereotipi dannosi. A questo scopo la strategia invoca misure giuridiche per qualificare come reato la violenza contro le donne. La Commissione intende in particolare estendere le sfere di criminalità in cui è possibile introdurre un’armonizzazione in tutt’Europa a forme specifiche di violenza contro le donne, tra cui le molestie sessuali, gli abusi a danno delle donne e le mutilazioni genitali femminili. Proporrà inoltre una legge sui servizi digitali per chiarire quali misure si attendono dalle piattaforme per contrastare le attività illegali online, compresa la violenza online nei confronti delle donne».
Le donne guadagnano meno degli uomini
C’è poi la differenza di retribuzione. Le donne nella Ue guadagnano in media il 16% in meno rispetto agli uomini e continuano a incontrare ostacoli all’accesso e alla permanenza nel mercato del lavoro. Per incidere positivamente sull’economia serve occupazione femminile nel settore tecnologico, una risposta alle sfide del clima e del digitale, e il (sempre invocato) equilibrio fra vita privata e professionale.

Poche donne al vertice
A proposito di professioni, poi, ci sono ancora poche donne al vertice. Le donne sono ancora sottorappresentate nelle posizioni dirigenziali, fra l’altro nelle principali imprese dell’UE, in cui rappresentano solo l’8 % degli amministratori delegati.
Per dare l’esempio, la Commissione «cercherà di raggiungere, nell’ambito del suo personale, un equilibrio di genere del 50% a tutti i livelli dirigenziali entro la fine del 2024». Le prospettiva di genere sarà poi integrata in tutte le politiche europee, anche perché cambiamenti climatici e trasformazione digitale hanno anch’essi una dimensione di genere.
Sostiene la Commissaria per l’Uguaglianza Helena Dalli: «Per ottenere l’uguaglianza non occorre togliere a qualcuno per dare a qualcun altro: l’uguaglianza è una risorsa infinita e ce n’è per tutti. La discriminazione, d’altra parte, costa cara a chi la subisce e alla società nel suo complesso, in termini di mancanza di riconoscimento personale, assenza di meritocrazia e perdita di talenti e innovazione. Con la strategia per la parità di genere ancoriamo saldamente questa componente al centro dell’elaborazione delle politiche dell’UE. Vogliamo far sì che le donne non debbano superare ostacoli supplementari per raggiungere ciò che è scontato per gli uomini e siano invece in grado di esprimere appieno il loro potenziale».