Contraffatte le olive da tavola: la nuova frode è la colorazione con solfato di rame
Il bello non è poi così buono. Anzi a volte è anche tossico! Per questo meglio non fidarsi davanti a un aperitivo di olive da tavola di un bel verde brillante: ben oltre 85 tonnellate di olive dolci da tavola sono state sequestrate dal Corpo forestale dello Stato in tutta Italia perché colorate con soluzioni a base di solfato di rame.“Anche nel mercato delle olive da mensa anche l’occhio vuole la sua parte – ha detto il Coordinatore delle operazioni del Naf della Forestale, Gianluca Baiocchi, parlando oggi a Roma alla presentazione della operazione – Ed è così che abbiamo scoperto l’uso della clorofilla e del solfato di rame per correggere quel “verde oliva” opaco che naturalmente le olive da mensa assumono con il trascorrere del tempo”.
A prescindere dalla cultivar di oliva, il colore delle olive può essere verde o nero e dipende unicamente dallo stadio fenologico di raccolta. Non esistono infatti varietà di olive verdi o varietà di olive nere. Il marketing del settore sa bene che la richiesta di una larga fetta di consumatori è che le olive si presentino sempre colorate di un bel verde smeraldo, quasi come se fossero state appena raccolte. La realtà è che con il tempo il colore naturale delle olive da mensa perde vigore e lucentezza e così via libera a scorciatoie e soluzioni illegali.
Nel passato i furbetti hanno fatto ampio ricorso a due coloranti di origine vegetale, l’E140 e l’E141 a base di clorofilla o di derivati rameici. Si tratta di coloranti atossici ma banditi dalle olive e per molti anni sotto la lente dei controlli. Per poter eludere tale sorveglianza, sono state messe a punto nuove frodi: non più coloranti a base di clorofilla ma soluzioni concentrate a base di solfato di rame in grado di conferire alle olive immerse in esse una colorazione verde intensa. “Si tratta di una tecnica – ha spiegato Baiocchi – usata per riciclare olive dell’anno precedente o di addirittura due anni prima. Inoltre l’uso del solfato di rame consente di mantenere la drupa soda!”
A tutela di un mercato ancora poco conosciuto ma di grande importanza, dove non mancano DOP come la “Bella di Daunia”, la “Nocellara del Belice” e l’”Oliva tenera ascolana”, la Forestale ha avviato degli studi sulla filiera e ha analizzato le possibili criticità per poi dar via a controlli mirati.
“Il campionamento ufficiale è stato eseguito su base nazionale e le analisi mirate di laboratorio hanno evidenziato una concentrazione di rame sulle olive pari anche a 68 mg per chilo di fronte a una concentrazione attesa di 2 mg. Non dobbiamo infatti dimenticare che il solfato di rame è usato in agricoltura e quindi si deve prevederne la presenza di tracce”, ha proseguito Baiocchi.

Eppure il consumatore può difendersi benissimo da solo. Nella presentazione di oggi l’Ispettore Baiocchi ha infatti mostrato olive trattate con il solfato di rame e olive non trattate (foto sulla destra): “Il colore verde è molto intenso e quasi finto ed è evidente come coinvolga anche il picciolo che non dovrebbe essere affatto verde!”.
A cura di Silvia Biasotto