Spid a pagamento, Codacons: lesi i diritti degli utenti (Foto Pixabay, immagine generata dall'AI)

Lo Spid rischia di diventare a pagamento. Il Sistema pubblico di identità digitale (Spid), che regola oltre il 90% degli accessi alla Pubblica amministrazione in via digitale, richiederà infatti un pagamento. Non per tutti gli operatori ma per alcuni che hanno già annunciato le loro tariffe come Aruba, gratis solo il primo anno, o Infocert, che ha annunciato una tariffa da 5,98 euro.

Aruba ha fatto scattare a maggio un meccanismo in base al quale farà pagare dal secondo anno di attivazione 4,9 euro più Iva l’anno. Infocert si è aggiunta negli scorsi giorni preannunciando un pagamento di 5,98 euro, Iva inclusa, dal 28 luglio. Il servizio rimane gratuito su Poste (SkyTg24).

Spid a pagamento, perchè?

Nei giorni scorsi dunque Infocert, parte del gruppo Tinexta e uno dei principali gestori italiani di Spid, ha annunciato l’introduzione di un canone annuale di circa 6 euro per il suo servizio di identità digitale. Dal 28 luglio 2025 il suo servizio per lo Spid  verrà a costare 5,98 euro (Iva inclusa) all’anno. Il rinnovo a pagamento a Infocert non sarà automatico, perché a chi non esprime il consenso non vedrà addebitato nulla ma non potrà utilizzare il servizio. È possibile recedere dal contratto con Infocert o attraverso l’invio di PEC o raccomandata a/r.

A motivare la decisione ci sarebbe la necessità di coprire i costi del servizio in attesa che vengano sbloccate le risorse, circa 40 milioni di euro, previste dal Governo e destinati ai fornitori di Spid. “I 42 milioni di euro ai fornitori di Spid stanno per essere erogati – ha detto Mario Nobile, Agenzia per l’Italia digitale – La previsione di pagamento esiste dal 2019, ma ricordiamo ai cittadini che è possibile usare la carta d’identità elettronica per accedere gratis a tutti i servizi online”. (Fonte: RaiNews).

Codacons: lesi i diritti dei consumatori

“La situazione che si sta delineando appare gravemente lesiva dei diritti dei consumatori, i quali negli ultimi anni sono stati incentivati a creare una identità digitale per accedere ad una moltitudine di servizi offerti dalla pubblica amministrazione e ora, per usufruire di questi stessi servizi, rischiano di ritrovarsi a pagare nuovi costi non preventivati – denuncia il Codacons – Una scorrettezza che aprirebbe la strada ad azioni legali contro lo Stato Italiano da parte di tutti i soggetti coinvolti, in relazione alla inadempienza verso gli operatori che gestiscono il servizio di identità digitale”.

L’associazione annuncia che “se la situazione non sarà risolta a breve e se saranno applicati costi ai cittadini per la fruizione dello Spid” è pronta ad avviare “una valanga di cause risarcitorie contro lo Stato e Agid (Agenzia Italia Digitale) da parte degli utenti interessati, finalizzate al riconoscimento del rimborso delle spese sostenute a causa dei ritardi della P.A”.

MDC: “inaccettabile rischio servizio a pagamento per ritardi PA”

Di fronte alla prospettiva di un servizio importante quale lo Spid a pagamento, il Movimento Difesa del Cittadino sollecita lo sblocco dei 40 milioni di euro di finanziamenti pubblici destinati agli operatori che forniscono i servizi di identità digitale, inseriti in un emendamento al decreto sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Oggi in Italia sono più di 39 milioni le identità digitali attive e più del 70% è in realtà gestito da Poste Italiane. Ma alcuni gestori hanno avviato meccanismi di pagamento in vista della scadenza, il prossimo 9 luglio, delle convenzioni con lo Stato.

“Senza lo sblocco dei fondi, potrebbe concretizzarsi il rischio di dover pagare un servizio diventato ormai necessario per i cittadini per interagire con la pubblica amministrazione – afferma MDC – È paradossale che il cittadino debba pagare un servizio, la cui adesione è stata incentivata per anni, a causa dei ritardi burocratici”.

Non convince, poi, l’alternativa allo Spid: la carta d’identità elettronica (CIE). A oggi, ricorda MDC, il 90% degli accessi ai servizi digitali della PA avviene tramite Spid , segno di una preferenza specifica da parte dell’utente. Inoltre, l’ipotizzata sostituzione dello Spid con la CIE sembra lontana dall’essere realistica, considerando le difficoltà dei cittadini a ottenerla. In molti Comuni, ricorda l’associazione, i tempi per avere la CIE sono molto lunghi, le modalità di utilizzo non sono friendly perché necessitano di implementazione della CIE nei cellulari e l’intero meccanismo risulta essere più complicato rispetto a Spid.

Parliamone ;-)