Lunedì, 12 dicembre 2011, entrerà in vigore l’orario invernale di Trenitalia e saremo costretti a dire addio ai cari, vecchi, treni notturni. Le voci e le proteste che si sono sollevate nell’ultimo mese cederanno il posto alla triste realtà. 
La maggior parte dei treni a lunga percorrenza che, da tanti anni ormai, hanno collegato il Sud con il Nord, l’Est con l’Ovest dell’Italia vengono soppressi perché il mercato non li vuole più. La spiegazione fornita dai vertici di Ferrovie dello Stato è stata proprio questa: l’offerta dei treni viene razionalizzata secondo le regole del mercato che, tra low-cost ed Alta Velocità, non ha più bisogno dei “carrozzoni” notturni.
Questo è quanto e tra proteste di sindacati (sono a rischio 800 posti di lavoro), appelli di pendolari e associazioni dei consumatori che denunciano una discriminazione del Meridione, tagliato sempre più fuori dal sistema nazionale dei trasporti, una voce si alza anche dalla politica.
Diversi deputati hanno presentato un’interrogazione al Ministro dei trasporti, Corrado Passera, chiedendo se questa decisione di Trenitalia non sia un’ulteriore mannaia verso dei servizi che sono regolamentati con il contratto di servizio per il periodo 2009/2014.
Con il nuovo orario, inoltre, dovrebbero essere cancellate numerose fermate per gli Eurostar (ES City)e c’è grande incertezza sulla futura programmazione degli Intercity (IC); tutto questo penalizzerà interi territori sia in termini di flussi legati al lavoro ma anche per quelli legati al turismo. Secondo i deputati la scelta di Trenitalia, che metterà in sofferenza diversi territori regionali, sarebbe dettata prevalentemente da questioni connesse all’equilibrio di bilancio, senza considerare in maniera appropriata le rilevanti esigenze di mobilità che dovrebbero essere tenute in considerazione nel guidare le scelte della società che è totalmente a capitale pubblico.
Rispetto ai treni notturni l’interrogazione sottolinea il fatto che la domanda, in realtà, sia addirittura cresciuta: ad usufruire del servizio sono oltre un milione e mezzo di viaggiatori all’anno, con un incremento del 12% nel 2010.
I deputati chiedono che il Governo raggiunga un’intesa con le Regioni affinché, in attuazione dell’articolo 1 della legge di stabilità 2011, sia prorogato sino al 31 dicembre 2012 l’accordo che consente di utilizzare il Fondo sociale europeo per gli anni 2009-2010 per il settore dei trasporti. Inoltre, il 27 ottobre 2011 la Camera ha approvato svariate mozioni relative al sistema di mobilità pubblica, con cui ha impegnato il Governo a reperire le risorse necessarie per il finanziamento del trasporto pubblico locale.
I pendolari denunciano il fatto che togliere risorse al trasporto pubblico (treni, autobus, metropolitane e altro) sia un grave errore strategico poiché, da un lato viene limitato il diritto alla mobilità dei cittadini, dall’altro si aumentano i costi sociali legati a incidentalità, congestione ed inquinamento, si deprime l’economia e lo sviluppo economico e si causa un generale peggioramento della qualità della vita.
Considerando tutto questo i deputati chiedono al Governo “quali iniziative intenda assumere per disporre l’immediato reintegro delle risorse per finanziare il sistema della mobilità pubblica, sia in riferimento al trasporto pubblico locale, le cui risorse sono state pesantemente decurtate alle Regioni, sia in riferimento al servizio universale in relazione al quale si chiede di sapere se il Ministro interrogato non ritenga che la decisione di riclassificare e sopprimere alcuni treni a media e lunga percorrenza, a partire dal nuovo orario invernale, possa compromettere gli obblighi di servizio pubblico cui è tenuta Trenitalia e quali iniziative intenda intraprendere per soddisfare le rilevanti esigenze di mobilità dei cittadini e non penalizzare ulteriormente i pendolari”.


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