caramello

Il Centre for Science in the Public Interest negli USA mette sotto accusa il colorante caramello in particolare la sostanza 4-MEI presente in un tipo di caramello: l’E150c. Lo Stato della Carlifonia impone che le etichette avvisino della pericolosità del colorante. Le industrie tranquillizzano. I consumatori chiedono chiarezza. Ma le istituzioni deputate a comunicare il rischio ai consumatori tacciono.  L’Autorità Europea sulla Sicurezza Alimentare (Efsa) nel 2011 si era espressa in merito definendo un nuovo livello massimo dell’E150c negli alimenti e definendolo “abbastanza protettivo”. Una definizione che non mette ordine alla querelle. Help Consumatori prova a fare chiarezza intervistando il dottor Paolo Stacchini, Responsabile di Sicurezza Chimica nelle Filiera Alimentari dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
Quali le sue valutazioni sui risultati dello studio? In particolare, sia la FDA che le aziende coinvolte (come Coca Cola) definiscono le dosi considerate tossiche troppo basse. Ma nello studio si legge che livello di consumo giornaliero condotto dagli americani, soprattutto adolescenti,  è ben al di sopra della soglia minima di rischio cancro.
L’Autorità Europea sulla Sicurezza Alimentare (Efsa) ha il compito di valutare l’eventuale pericolosità delle sostanze presenti nei prodotti alimentare. I coloranti sono stati più volte presi in considerazione dall’Efsa. In merito al caramello il parere dell’Authority  è di recentissima acquisizione: nel 2011 ha preso in considerazione tutte le ultime evidenze che richiedevano una nuova valutazione. In riferimento al 4-MEI, si tratta di una impurezza presente in uno dei coloranti caramello, ovvero il 150c. Proprio nel parere Efsa del 2011,  è stato ribadito il livello di tollerabilità di questa sostanza nel caramello ed è stata affermata una attenzione legislativa cautelativa in termini di sicurezza della salute dei consumatori. L’atteggiamento cautelativo non riguarda solo il caso del caramello e del 4-MEI, ma tutte le sostanze che possono essere presenti volontariamente o meno negli alimenti.
Nel 2011 l’Efsa diminuì la DGA per tutta la categoria del colorante caramello (E150) e in particolare per l’E150c. Non crede che definire “abbastanza protettivo” il livello massimo stabilito per il 4-MEI non sia “abbastanza” rassicurante per i consumatori?
 Non si tratta di una definizione superficiale, piuttosto di una modalità per esprimere un livello di approccio cautelativo tenendo conto dei dati disponibili. Non dobbiamo dimenticare che in generale l’Efsa ha un approccio molto cautelativo. Per dimostrarlo è sufficiente confrontare le decisioni europee con quelle del JECFA (analogo Efsa in sede Codex) per rilevare l’orientamento più prudenziale dell’orientamento europeo.
Parlando di coloranti in generale, le preoccupazioni non mancano. Si tratta di additivi per cui non si avverte la necessità di impiego e non mancano studi che ne attestano la pericolosità per la salute umana. Penso a coloranti vietati all’estero e autorizzati in Italia e in Europa…
I coloranti sono oggetto di continue rivalutazioni da parte delle istituzioni europee e mondiali. Ricordo lo studio dell’università di Southampton che dimostrò come determinati coloranti possano provocare, anche nella fascia di età compresa tra i 3 e i 10 anni, alterazioni del comportamento, quali iperattività, perdita di concentrazione e altre gravi malattie. Proprio in quella occasione, nel 2010, la Commissione Europea impose la dicitura “può influire negativamente sull’attività e l’attenzione dei bambini” nell’etichetta dei prodotti che contenevano in coloranti in questione (ndr, E 102, E 104, E 110, E 122, E 124 ed E 129).
Sebbene il consumatore non percepisca la necessità di impiego dei coloranti, è necessario sottolineare che vengono trattati come tutti gli altri additivi, che prevede un iter tossicologico che prevede una serie di studi che precedono la possibilità di impiego di questa sostanza.
Come si stabiliscono le dosi di tollerabilità massima? E perché non sono definite per alcuni additivi?
La Dose Giornaliera Accettabile è quella quantità di sostanza che si ritiene possa essere assunta per tutta la vita, attraverso gli alimenti, senza che vi siano problemi in termini di salute umana. Si tratta di un valore stabilito in base a una serie di studi tossicologici. In alcuni casi, la sostanza è talmente sicura che non si ritiene necessario definirne la DGA.
In tutti gli altri vengono stabiliti dei limiti massimi in base al peso corporeo.
Viste le polemiche che si stanno aprendo sul caso del caramello, non crede che almeno l’Autorità e le istituzioni italiane, in qualità di istituzioni che non solo valutano ma comunicano il rischio, non debbano almeno informare il consumatore ribadendo quanto da poco esaminato?
Va migliorata l’informazione al consumatore. Non si tratta di un obiettivo semplice da raggiungere. In tema di scienza e alimenti sono tante le questioni che bollono in pentola e ogni giorno ci dovrebbe essere un bollettino di informazione. Quel che certo è che va studiata una strategia di comunicazione del rischio adeguata.
 
A cura di Silvia Biasotto
 


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