Il 14 giugno sarà una data importante per i consumatori italiani: entrerà finalmente in vigore la direttiva europea 83/2011 sui diritti dei consumatori recepita dal decreto legislativo n.21 del 21 febbraio 2014. Cosa cambierà? I consumatori avrannno informazioni più chiare prima di concludere un contratto; invece che 10 giorni di tempo ne avranno 14 per esercitare il diritto di recesso; in caso di servizi non richiesti, potranno non pagare per la prestazione. Il tema è stato al centro di un convegno organizzato oggi a Roma, a Palazzo Giustiziani, dall’Antitrust. Dal 14 giugno i consumatori avranno maggiori informazioni precontrattuali. Prima di concludere un contratto, quindi, godrànno di una maggiore trasparenza su diversi aspetti quali la garanzia legale, il prezzo e l’oggetto del contratto, il diritto di recesso (che passa dagli attuali 10 giorni a 14). Previste anche più garanzie sul consenso all’acquisto: nei contratti conclusi al telefono, ad esempio, il consumatore sarà vincolato solo dopo aver firmato l’offerta e dopo averla accettata per iscritto. Gli sarà poi fornito un modello standard per l’esercizio del diritto di recesso che sarà valido in tutti i Paesi europei; ma sarà valida qualsiasi altra forma di espressione della volontà di recedere.
L’ambito che più godrà di un aumento di tutele è quello dei contratti a distanza come le vendite online o via telefono o con qualsiasi mezzo di comunicazione che non prevede la presenza fisica e simultanea delle parti, e quelli negoziati al di fuori dei locali commerciali (vendite a porta a porta o a domicilio, ovvero in un luogo diverso dai locali del professionista, ma alla presenza fisica e simultanea delle parti.
Un’altra importante novità a tutela del consumatore è il fatto che, in caso di servizi o beni non richiesti, l’utente potrà non pagare la prestazione. “La norma che è stata introdotta con il decreto legislativo di recepimento della direttiva consente all’Antitrust di intervenire contro i contratti non richiesti – ha spiegato il Presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella – Mentre negli ultimi due anni c’era stata una situazione di incertezza che lo aveva escluso. Ora l’Antitrust potrà intervenire, sempre nel rispetto delle regole stabilite dalle altre Autorità di regolazione con cui noi lavoriamo in stretta sintonia.

“Questa direttiva rafforzerà i livelli di tutela del consumatore anche in settori che fin’ora non erano coperti come quello dell’e-commerce – ha detto ancora Pitruzzella – Ma molte delle norme introdotte dalla direttiva non fanno altro che formalizzare alcune pratiche già messe in atto dall’Antitrust e qui faccio l’esempio delle sanzioni milionarie inflitte ad alcune compagnie aeree low cost per non aver indicato in modo trasparente il prezzo completo al momento dell’acquisto del biglietto sui relativi siti di vendita”.
La direttiva affida in via esclusiva all’Antitrust la competenza in materia di pratiche commerciali scorrette anche nei settori regolati; sui provvedimenti l’Antitrust dovrà acquisire il parere delle altre Autorità di regolazione competenti. “La direttiva rafforza i nostri poteri, in quanto noi già agiamo contro le pratiche commerciali scorrette ed aggressive – spiega Pitruzzella – Ribadisco che la direttiva rafforza gli obblighi di informazione che devono essere dati al consumatore affinché non sia ingannato e possa fare una scelta consapevole”.
Il Presidente dell’Antitrust ha ricordato che “il mercato è fonte di crescita e di benessere se vengono rispettate le regole e tutelati i consumatori che dovrebbero essere messi sul trono perché sono i sovrani del mercato”. “Purtroppo in momenti di crisi abbiamo tante pratiche che aggrediscono i consumatori. Quando il consumatore capisce di essere stato vittima di una pratica aggressiva o poco trasparente da parte dell’azienda, può rivolgersi direttamente all’Antitrust con un esposto, oppure può rivolgersi alle Associazioni dei consumatori. Questa direttiva è anche importante perché risolve tutta una serie di difficoltà interpretative che davano luogo a contenziosi da parte dell’impresa che rivolgendosi al Tar poteva far annullare la propria sanzione. Ora il quadro legislativo è chiaro ed avremo più forza per farlo. Certamente avremo bisogno della collaborazione delle Associazioni dei consumatori”.
Pitruzzella ha infine appoggiato la proposta lanciata dal Presidente del Senato Pietro Grasso, che ha aperto il convegno, di istituire un osservatorio unico e centralizzato dove arrivino tutte le segnalazioni dei consumatori. Una sorta di punto di monitoraggio costante del mercato.
Il Presidente Grasso ha ricordato che, durante la sua precedente attività di magistrato, si è occupato diverse volte di contraffazione agroalimentare, dal caso del pomodoro di San Marzano prodotto in Cina al Parmesan che sfrutta la popolarità di un prodotto d’eccellenza italiano. In entrambi i casi il consumatore è stato ingannato da soggetti criminali. “Per fortuna dopo anni di battaglie, è stata approvata una norma che ha inserito il reato di criminalità organizzata nel settore agroalimentare – ha ricordato Grasso – Voglio ricordare che quella italiana è una legislazione all’avanguardia, ma che il consumatore può e deve fare la sua parte consumando in modo critico”. Il Presidente del Senato ha ricordato l’esempio dell’iniziativa Addio Pizzo che a Palermo combatte contro chi chiede il pizzo proprio attraverso il consumo critico.
“I consumatori italiani, dopo il recepimento della direttiva e l’indicazione appunto dell’Antitrust come soggetto cui rivolgersi, hanno un quadro di regole e tutele più chiaro nel quale difendere il diritto a scelte di consumo trasparenti, sicure e consapevoli – ha detto la Vicepresidente del Senato Valeria Fedeli –  In questo modo si lavora per aumentare la fiducia nel mercato e nelle imprese, riconoscendo la funzione dei consumatori per le prospettive di crescita e di occupazione, anche in relazione a scelte strategiche di sviluppo fondate su innovazione, qualità e sostenibilità. Il concetto di scelta consapevole è ancora più importante in questo momento di crisi e il rapporto tra tutela della concorrenza e tutela dei consumatori deve essere parte integrante delle politiche di sviluppo e di crescita nazionale ed europea, e parte integrante di una più generale politica di apertura dei mercati che interpreta la globalizzazione come processo che offre straordinarie opportunità quando basato su regole, reciprocità, trasparenza”.
di Antonella Giordano (@Anto_Gior)


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