Il frigorifero, guarda caso, si rompe sempre d’estate. E, oltre allo sconforto che ci assale per i giorni destinati al caldo, c’è un altro dubbio amletico che si impossessa di noi: quanto costerà ripararlo? Nella maggior parte dei casi il conto è più che salato. L’Aduc fa un elenco delle voci di spesa: si comincia dal “famoso” diritto di chiamata, una voce incomprensibile che subito ci sfila dalle tasche 30 euro.
L’Associazione dei consumatori ricorda, infatti, che chi ripara gli elettrodomestici, per forza di cose, dovrà recarsi a casa dell’utente per aggiustare il danno. Quindi non si capisce per quale motivo debba chiedere dei soldi al cittadino, oltre allo stipendio che già prende per fare il suo lavoro. Come se il bibliotecario chieda un aumento di stipendio quando sale sulla scala per prendere i volumi posti nella parte alta della libreria.
Alla gabella della chiamata si aggiunge il costo della manodopera: circa 30 euro l’ora. C’ è il costo per l’eventuale ritiro e la riconsegna dell’elettrodomestico, altri 30 euro ed infine una aggiunta di 15 euro per lo smontaggio dell’elettrodomestico da incasso. Totale 105 euro ai quali vanno aggiunte le spese per il pezzo di ricambio, che puo’ portare la fattura a circa 130 euro.
L’Aduc consiglia di chiedere già al telefono quali sono le voci di spesa da sostenere, onde evitare spiacevoli sorprese. Ma la cosa più importante è farsi rilasciare ricevuta e acquistare un piccolo manuale di pronto intervento casalingo: probabilmente si risparmierà. In caso di contestazione del prezzo si può ricorrere alle Commissioni di conciliazione delle Camere di Commercio o al Giudice di Pace.


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