E’ una sfida all’ultimo dato quella che si sta giocando sul mais geneticamente modificato NK603. L’Efsa, Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha lanciato ieri un’iniziativa di trasparenza che permette a chiunque (individuo o membro di una comunità scientifica) di esaminare e utilizzare gli insiemi di dati completi impiegati per la valutazione del rischio sul mais Ogm NK603.
La discussione è stata rilanciata qualche mese fa da uno studio, condotto dal ricercatore francese Gilles-Eric Seralini, che ha dimostrato la tossicità del mais Ogm: sulle cavie utilizzate per lo studio e nutrite con mais NK603 si sono manifestate patologie gravissime (enormi tumori delle ghiandole mammarie nelle femmine e malattie dei reni e del fegato nei maschi), con un’incidenza da due a cinque volte superiore al gruppo di controllo (i topi nutriti con mais non transgenico).
L’Efsa ha subito sminuito i risultati dello studio sostenendone l’insufficienza scientifica. Ed ora annuncia un nuovo approccio a favore di una maggiore trasparenza nei lavori scientifici. Il direttore esecutivo dell’Autorità, Catherine Geslain-Laneelle, ha sottolineato che, “con l’avvio dell’iniziativa, che intende rendere disponibili al pubblico i dati utilizzati per le valutazioni del rischio, l’Efsa aiuterà scienziati con competenze diversificate a sviluppare ricerche che forniranno nuove e valide prospettive utilizzabili nelle valutazioni del rischio. Ciò renderà le conclusioni scientifiche ancora più solide, garantendo al contempo la tutela della salute pubblica, oltre a rafforzare la fiducia nei confronti dell’Efsa”.


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